“Un anno di attesa per avere informazioni sui fondi destinati ai lavori di sistemazione idrica nel tratto del Biferno compreso fra la diga del Liscione e la foce del fiume, sui tempi di attuazione degli interventi previsti, sulla volontà di metterli in campo. Una domanda che pongo ai governi regionali fin dal 2014 e che solo adesso, dopo l’ultima interrogazione e a distanza di un anno, ha trovato finalmente un riscontro”.
E’ quanto dichiara Patrizia Manzo, vice presidente del Consiglio regionale.
“Dodici mesi fa – ha proseguito la portavoce del MoVimento 5 Stelle – ho chiesto al presidente della Regione che fine avessero fatto i 15 milioni di euro destinati a tali interventi, definiti nel protocollo d’intesa stipulato nel 2007 tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Molise che stanziava, allora, ben 60 milioni per la realizzazione di opere indispensabili a fronte della estrema pericolosità che il basso Molise si potrebbe trovare ad affrontare se si dovesse ripresentare la disastrosa alluvione del 2003 che comportò l’inondazione dell’intero Nucleo industriale di Termoli con danni insostenibili per l’economia molisana, per tutte le piccole imprese, per le abitazioni di chi vive lungo le rive del fiume e tutt’ora avverte il pericolo di allagamenti dei terreni agricoli e dei fabbricati rurali. Dalla risposta all’interrogazione, ho scoperto che nonostante i fondi siano stati stanziati nel 2007 ad oggi non si è concretizzato nulla: dopo 13 anni – denuncia la Manzo – siamo ancora nella fase teorica e dovremmo aspettare ancora un anno per poter dare il via libera agli interventi. Il Servizio ha proposto di inserire nell’ambito del Defr 2019-2021 il tema della salvaguardia dei territori adiacenti al fiume, richiedendo che vengano appostate le somme necessarie già dal prossimo documento economico finanziario della regione. L’inizio dei lavori, teoricamente, è fissato al 2021 – sottolinea ancora Manzo – fermo restando che dovrebbero essere stanziate somme per 15 milioni così diluite: un milione per il 2020, 9 milioni per il 2021 e i restanti nel 2022. Con l’approvazione del Defr 2019-2021, le somme trasferite dal Ministero dell’Ambiente saranno rese progressivamente disponibili. Dalla relazione ho avuto anche una ulteriore conferma: quei soldi non sono mai stati utilizzati per opere di sistemazione idrica del fiume. Quindi, dall’alluvione ad oggi, la situazione non è cambiata, può essere solo peggiorata. In questi 13 anni, si sono registrate solo comunicazioni tra la Ministero, Regione e il Cosib su chi doveva fare cosa. Intanto – conclude – non solo gli argini del fiume non sono mai stati rimessi in sicurezza ma non si è provveduto neanche alla manutenzione ordinaria dei semplici canali, posto che qualche giorno fa il Tar della Campania ha condannato la Regione Molise a risarcire una considerevole somma ad alcune aziende di Campomarino danneggiate proprio a seguito della notevole quantità di acqua tracimata da quei canali, ostruiti da detriti ed erbe infestanti, mai bonificati. L’ennesimo paradosso del nostro Molise: la regione esiste, il tempo e la memoria molto meno”.