Durante la seduta monotematica odierna sulla sanità il Presidente della Giunta chiede la fiducia sui contenuti dei Piani Operativi presentati il 4 giugno: la volontà era quella di mantenere le linee di indirizzo di quel testo che per il Movimento 5 Stelle è invece assolutamente da bocciare. Ma veniamo ai dettagli del voto. Risponde il centrosinistra, compatto, benché negli interventi durante il Consiglio odierno sulla sanità abbiano espresso chiaramente la contrarietà ad una programmazione sbilanciata verso il privato. Risponde anche Scarabeo che prima non risparmia strali al Presidente della Giunta insistendo sulla necessità di rivedere in toto l’ultimo Piano Operativo spedito a Roma di recente salvo poi piegarsi ai voleri della maggioranza per tentare di “salvare il salvabile”: la poltrona di Assessore.Risponde nientemeno che il centrodestra che firmando il documento congiuntamente scritto con il centrosinistra si allinea pedissequamente alla politica della maggioranza, mostrando finalmente la vera faccia di un’opposizione che non esiste.
E’ inverosimile come costoro, tutti, si riempiano la bocca con parole come “diritto alla salute”, “attenzione al territorio” e “esigenze dei cittadini”, salvo poi redigere documenti ed atti, nonché condividerli, che vanno in tutt’altra direzione.
Solo il Movimento 5 Stelle risponde NO alla chiamata, prendendo così le distanze in maniera definitiva da un’idea di sanità che non possiamo assolutamente condividere.
Potremmo infatti parlare di come questo piano preveda la dismissione degli ospedali minori prima che si realizzi e si verifichi le funzionalità ed il potenziamento dei servizi sostitutivi, lasciando sguarnite intere aree per lunghi periodi. Si potrebbe ancora disquisire del perché si compensi la mobilità passiva con la mobilità attiva concedendo posti letto ai privati piuttosto che cercare di fare di tutto per evitare che i nostri cittadini vadano a curarsi altrove. Ma poi, 3,7 posti letto per mille abitanti è un parametro che si riferisce alla popolazione molisana, quindi che c’entra dimensionare la sanità in questo modo? Sarebbe oltremodo utile ragionare sulla migliore distribuzione delle diverse specialità onde evitare duplicazioni e sprechi.
Insomma, siamo pronti a qualsiasi discussione seria e costruttiva sul tema della sanità. Invero, sono mesi che richiediamo l’attenzione di tutte le forze politiche ma, guarda caso, solo ora che è palese quanto forte sia l’indignazione cittadina sembra che la politica cerchi di recuperare una colpevole assenza. Ciò su cui non transigiamo, e su cui non scendiamo a compromessi, è che si inizi a programmare la sanità in funzione delle reali necessità di una regione che finora ha pagato sempre il prezzo di una politica opportunistica e non equa.