Riceviamo e pubblichiamo
“Mi ritengo soddisfatto per quanto fatto in questi cinque anni in Parlamento e mi candido per continuare il lavoro iniziato, con l’obiettivo costante di migliorare il nostro Paese”.
Queste le parole dell’onorevole Danilo Leva, candidato alla Camera dei deputati per Liberi e Uguali, che stamani, presso lo Spazio Cent8anta di Isernia, ha incontrato gli organi di informazione per fare il punto sull’attività parlamentare svolta, sia per il territorio molisano che per l’Italia.
In primis, il deputato di Leu ha ricordato la richiesta e quindi l’ottenimento del riconoscimento dell’area di crisi complessa sul distretto produttivo di Bojano – Isernia – Venafro. “Un risultato che vale una legislatura, – ha detto – che ha significato lo stanziamento di 90 milioni di euro destinati alla crescita e allo sviluppo. Ricordo a quanti hanno la memoria corta – ha proseguito Leva – che tale riconoscimento deriva da una risoluzione parlamentare della Commissione alle Attività Produttive della Camera da me sottoscritta. Risultato, a mio avviso, gestito dal governo regionale in maniera poco efficace per i tempi di attuazione e le modalità. Ribadisco come sia stato un errore parcellizzare le risorse e gli sgravi, al fronte della possibilità di attrarre pochi ma grandi investimenti per ottenere un effetto moltiplicatore sul territorio”.
La lista è ancora lunga. “Mi sono battuto per la sanità pubblica, – ha continuato – con interrogazioni e interventi parlamentari in favore degli ospedali di Isernia, Venafro e Agnone. In particolare, per la difesa del reparto di Ostetricia e Ginecologia al Veneziale, la cui proroga di un anno rappresenta però solo un palliativo. Ritengo, invece, che ci siano tutte le condizioni, magari prevedendo ulteriori investimenti per la Neonatologia, per rendere il provvedimento stabile, inserendo la misura negli Accordi di confine con l’Abruzzo. Mi sono altresì impegnato per l’inquadramento degli operatori del 118 come dipendenti del Servizio sanitario regionale e per il mantenimento dei presidi istituzionali sul territorio. Mi riferisco alla Prefettura di Isernia, alla Corte d’Appello e agli uffici del Giudice di pace di svariati comuni, tra cui quelli piccoli e montani. Sulla scuola ho condotto iniziative istituzionali per destinare maggiori risorse alle università del Sud, tra cui quella del Molise, e ho intrapreso azioni per favorire il rientro dei docenti costretti ad emigrare fuori regione a causa degli assurdi algoritmi della Buona Scuola. Mi sono altresì interessato alle vertenze ambientali: dall’inquinamento della Piana di Venafro, alla centrale idroelettrica della valle del Volturno, fino alla centrale a biomasse di Montenero di Bisaccia. E, soprattutto, mi sono occupato del mondo lavoro, supportando le vertenze Ittierre, Oti e Gam e ottenendo la proroga degli ammortizzatori sociali”.
Un impegno, quello dell’onorevole Danilo Leva, replicato anche sul piano nazionale per la riforma della custodia cautelare in Italia, della responsabilità civile dei magistrati e per la semplificazione del processo civile. Ma anche con la proposta di legge sui piccoli comuni e per l’introduzione del reddito minimo di cittadinanza attiva. “Rivendico di non aver votato la Buona Scuola – ha aggiunto il candidato di Leu – che è stata pessima. Ha mortificato i docenti ed ha trasformato le scuole in aziende. Così come rivendico il ‘no’ al referendum costituzionale. Questioni determinanti per lo strappo con il Pd. Ho, infine, promosso e continuo a condurre importanti battaglie di civiltà come l’introduzione del reato di tortura, lo Ius Soli, l’abolizione dell’ergastolo, il biotestamento, le unioni civili e l’equo compenso”.
Un elenco di attività che per l’onorevole Leva rappresenta non già un punto di arrivo ma un punto di partenza, per un efficace lavoro svolto nell’interesse dell’Italia e, in particolare, del Molise.
Guardando all’immediato futuro, il deputato, candidato alla Camera per Liberi e Uguali, ha posto in primo piano l’emergenza lavoro. “Un tema che non si affronta con i bonus o con le detrazioni fiscali – ha affermato con vigore – ma con investimenti pubblici”. Poi focus sulle aree interne. “La questione delle aree interne deve diventare una priorità nazionale – ha concluso – con l’attivazione di meccanismi che assegnino in automatico una quota della spesa pubblica alle zone che, in questi anni, hanno più sofferto lo spopolamento. Il che significa investimenti e detassazione completa, specie per coloro i quali decidono di insediare attività produttive e commerciali in questi Comuni. E significa garantire i presidii sanitari, i diritti alla mobilità e al lavoro. Su questo ci dobbiamo muovere”.
Ufficio stampa