Liste attesa – Di Giacomo (Ass. Cultura e Solidarietà), mentre il medico studia il malato muore

“Tra le tante “maglie nere”, dopo quelle per i collegamenti viari e ferroviari,
l’inadeguatezza dei servizi pubblici e statali, adesso il Molise dovrà indossare
quella per le liste di attesa e quindi per il diritto alla salute negato specie a malati
cronici, fragili, oncologici ed anziani”. Così Aldo Di Giacomo, presidente
dell’Associazione Cultura e Solidarietà che sul tema della salute ha svolto negli
anni numerose iniziative. “La denuncia del Commissario ad Acta per la sanità del
Molise, Marco Bonamico – è stato speso appena il 2% dei fondi messi a
disposizione del Molise dal Ministero della Salute per ridurre le liste di attesa, vale
a dire 600 mila euro su circa 4,4 milioni di euro – non ammette scusanti,
giustificazioni ed alibi. Anzi – aggiunge – diventa la smentita più autorevole alla
tesi circolata nei giorni scorsi che basta far entrare le strutture sanitarie private
accreditate con il servizio sanitario regionale nel Cup regionale per risolvere lo
storico disagio e disservizio dei tempi di attesa per prestazioni e visite anche salva
vita. La nuova inchiesta televisiva del programma ‘Fuori dal coro’ ha svelato
piuttosto quello che tutti gli utenti molisani sanno: per alcune prestazioni
sanitarie le agende del servizio sanitario regionale sono chiuse. In più l’indagine di
Cittadinanzattiva-Tribunale dei Diritti del Malato evidenzia che da Nord a Sud ci
sono difficoltà nel rispetto delle tempistiche previste dalle diverse classi di
priorità (U-Urgente: da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72
ore; B-Breve: da eseguire entro 10 giorni; D-Differibile: da eseguire entro 30 giorni per le
visite, entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; P-Programmata: da eseguire
entro 120 giorni). Fra i casi limite in Molise, si garantisce nei canonici 60 giorni della
classe D solo il 34% delle ecografie addome completo.
Non possiamo aspettare i tempi dell’entrata in funzione delle Centrali operative
territoriali (Cot) nei Distretti sanitari di Termoli (Campobasso), Bojano (Campobasso) e
Venafro (Isernia) predisposto dall’Azienda sanitaria regionale (Asrem). È il caso dire:
mentre il medico studia il malato muore”.

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