Un’ora di fila per entrare. Altro tempo per accreditarsi e prendere la delega. Una folla inaspettata e una sala che non è riuscita a contenere tutti. Qualche isolato mugugno dei delegati assiepati all’esterno davanti ai maxi-schermo a seguire gli interventi, non ha mutato il clima di soddisfazione che si respirava incrociando sguardi, sorrisi, visi conosciuti, e persone del Nord e del Sud, contente di aver fatto centinaia di chilometri per essere a Roma, ad ascoltare l’operaia della Melegatti, la ricercatrice precaria, il medico di Lampedusa, la volontaria impegnata nella tutela dell’ambiente, Pippo Civati, Nicola Fratoianni, Roberto Speranza ed il Presidente del Senato Pietro Grasso. Tra le centinaia di persone impossibilitate ad entrare l’ex Vice-Ministro dell’Interno Filippo Bubbico, Corradino Mineo, Pietro Folena, Franco Lotito e tanti altri dirigenti di primo piano che commentavano positivamente lo straordinario ed inaspettato flusso di militanti unito dalla voglia di ritrovarsi, unirsi e riprendersi il gusto di lottare dalla parte giusta. Abbracci tra persone che non si vedevano da tempo, strette di mano calorose, e voglia di testimoniare con la propria presenza l’esistenza fisica di un’Italia solidale, non impaurita, non rassegnata, fiera della propria storia di sinistra, e orgogliosa di citare Gramsci, Di Vittorio e Don Milani. Un’Italia antifascista, capace di accogliere chi fugge dalla guerra e dalla fame, e pronta a unirsi per attuare la Costituzione a partire dai valori di libertà, uguaglianza, giustizia sociale, dignità umana e parità di diritti e di doveri. Un popolo in cerca di una casa senza padroni e senza padrini, dove vige il principio della progressività fiscale e della redistribuzione della ricchezza, e in cui si ha ancora la forza di indignarsi per un diritto negato. Basta spot ingannevoli. Con la politica spettacolo vince solo l’ultraricco. Chi lotta può perdere ma chi non lotta ha già perso. Partecipare è un obbligo. Impegnarsi è necessario. Ascoltare è un dovere. Rispettare l’altro è un principio di civiltà. Il lavoro è un valore se è stabile e sicuro. Istruirsi è un diritto inalienabile. I beni comuni appartengono alle nuove generazioni e non vanno mercificati. L’ecosistema va tutelato. La sanità deve essere pubblica, di qualità e accessibile a tutti. Chi è più debole va aiutato. La mafia va distrutta. I servizi pubblici vanno potenziati e non smantellati. Evadere le tasse è un reato e non una stella al merito. La pensione nella fase di maggiore fragilità di una persona deve essere dignitosa. La povertà va debellata. Il volontariato, il sindacato ed i corpi sociali intermedi, meritano rispetto. Questa è l’Italia che ieri si è ritrovata in una periferia romana grazie alla generosità di piccole formazioni politiche che hanno scelto di unirsi e di porsi al servizio di un’ideale più grande, e di un progetto politico che apre una nuova stagione con una nuova proposta. LIBERI E UGUALI con Pietro Grasso e con i 1.500 delegati della Costituente Programmatica è una realtà altra rispetto alle mode degli ultimi decenni, una realtà che camminerà su una strada alternativa fatta di normalità, di lavoro, di militanza, di passione, di lotte sociali e di impegno per dare voce a chi l’ha persa, a chi non è stato mai ascoltato e a chi l’ha smarrita.
Michele Petraroia
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