Bocciata ancora una volta la Regione Molise dalla Corte dei Conti questa mattina, in esito all’attività di controllo in sede referente sulle coperture delle leggi nel 2022.
In particolare, come ha sottolineato il dr. Petronio puntuale e bravo relatore, l’osservanza della preventiva e congrua copertura delle nuove disposizioni è un prius logico e cronologico rispetto alla parifica del consuntivo. Questo è fondamentale per far comprendere all’Assise regionale i necessari correttivi. E ce ne sono molti, se si considera che nel 2022 le leggi approvate sono state 28, e 13 (la 2.4.7. ,8, 10,11,13,14,15,16,17,18,19, 27) sono state impugnate, mentre solo 13 “coperte” e ben 11 non erano accompagnate da alcuna relazione. Ben 5 leggi dichiarate già illegittime con sentenza.
Tutti per vizi da me rilevati nel precedente Consiglio regionale. I nodi infatti vengono sempre al pettine e quelli oggi evidenziati dalla Corte sono stati da noi ribaditi in sede di approvazione delle stesse, nonché in sede di approvazione della modifica regolamentare avvenuta la scorsa settimana. Il nuovo art. 29 del regolamento dell’Assemblea prevede infatti un parere obbligatorio con determinati meccanismi, ma supportato da una istruttoria fornita sempre dall’esecutivo regionale e non dagli uffici del Consiglio. Questo, a mio avviso, mina la terzietà della nostra funzione, che è quella di controllori della Giunta e in particolare delle spese previste dalla stessa. La Corte non poteva non rilevare come questo potenzialmente sia un passo avanti, ma parimenti sottolinea che il credito dato in ragione di questa novità va confermato dai fatti. Anche noi siamo qui per capire se ci sarà una modifica dell’andazzo della scorsa legislatura che, certo, nei componenti degli organi, è sostanzialmente invariata.
Sono, infatti, gli stessi consiglieri di centrodestra “copiati e incollati” dalla precedente legislatura artefici del disastro economico che ha portato il Molise, unica regione in Italia, a non approvare il bilancio, generando un disavanzo di oltre 570 milioni, a cui si aggiungono i 134 milioni dell’Asrem.
Sempre loro, ma adesso guidati da Francesco Roberti, esultano di gioia per “l’elemosina governativa” dei 40 milioni di euro (ma non erano 50?!) indispensabili per approvare il bilancio regionale di previsione 2023, annunciando con giubilo che però, purtroppo, bisognerà aumentare le tasse ai molisani!
E restano anche convinti di essere i “salvatori della Patria”, dimenticando che la responsabilità è tutta, ma proprio tutta la loro, come ha ricordato anche stamattina la Corte dei Conti, che in pubblica adunanza, ha ribadito che i conti della Regione Molise sono un disastro!
Da un lato il Governo nazionale, lo stiamo apprendendo in queste ora, ha tradito la promessa di abbassare le tasse, dall’altro il governo di centrodestra della Regione ha già dichiarato che le aumenterà. Il combinato di questi due comportamenti politici chiaramente ascrivibili a una parte politica, determinano una mannaia sui molisani senza precedenti. Ammonteranno a circa 20mln di euro totali (attendiamo il dato definitivo) le maggiori entrate che la regione acquisirà dai propri cittadini in un momento di aumenti complessivi dei costi dei beni e servizi.
Vogliamo parlare della benzina e le accise? Ci ricordiamo bene della propaganda della Meloni! Vogliamo ricordarci delle dichiarazioni roboanti e illegittime di Roberti in campagna elettorale su “ridurremo le tasse delle imprese per i lavoratori”? All’epoca provai a spiegare al candidato Presidente Roberti che non ne aveva competenza giuridica, oggi è evidente che va in direzione ostinata e contraria.
Tutto ciò anche a danno dello sviluppo locale e del lavoro. Perché un’azienda dovrebbe decidere di aprire un nuovo stabilimento in Molise se qui si pagano più tasse? L’aumento dell’Irpef che sta per deliberare la Giunta Regionale, pari al 3,33%, è la più alta d’Italia, di molto superiore alle aliquote di altre diciotto regioni.
In sintesi, oggi la Corte dice ancora una volta che il centrodestra deve imparare a far bene le leggi di spesa. Ma sempre oggi apprendiamo con chiarezza cristallina che avremmo un aumento delle tasse locali e una mancata riduzione delle tasse nazionali. E pensare che una volta il controllo dei conti era il cavallo di battaglia dei conservatori!
Oggi l’unica conservazione che troviamo è quella degli errori di Toma e Meloni che gettano sulle spalle dei molisani una ennesima e pesantissima scure.
Finita la campagna elettorale, questa la dura realtà per tutti i molisani. Purtroppo per Roberti i fatti sono argomenti testardi.