Aree interne al centro del dibattito politico dopo i danni che in tutta Italia alluvioni e nubifragi hanno provocato. L’attenzione, ancora una volta, è puntata sulla prevenzione, in particolare nelle zone di montagna.
E’ per questo motivo che il consigliere regionale Andrea Di Lucente fa il punto sul nuovo testo della Legge per la Montagna del Molise. La normativa, ferma ormai al 2003, ha bisogno di essere aggiornata alle nuove sfide che si presentano oggi, ma soprattutto finanziata e resa uno strumento realmente operativo per cittadini e amministrazioni. Al suo interno sono contenute misure per la tutela del territorio e la prevenzione del dissesto.
“La legge sulla Montagna è una priorità di questa legislatura, come lo è anche riuscire a garantire misure adeguate per il dissesto idrogeologico.
E’ per questo che il nuovo testo della legge, al momento al vaglio delle associazioni e successivamente dei sindaci, sarà presto sul tavolo della commissione competente. Il processo per arrivare ad una nuova legge sulla Montagna resta il punto sul quale sto focalizzando la mia attenzione sin dal primo giorno di lavoro in consiglio regionale.
Abbiamo così avviato un confronto serrato con le organizzazioni e con gli operatori del settore, da allargare a fine mese ai sindaci dei Comuni interessati. L’obiettivo primario per noi è quello di ottenere una condivisione quanto più indolore delle misure che sono contenute nella legge. Vogliamo chiedere a chi realmente opera nei territori di montagna quali sono le esigenze, quali i punti su cui la legge deve intervenire.
Condivisione e misure operative, subito attuabili: sono questi i due binari che abbiamo seguito per pensare l’impianto della legge. E che porteranno ad un aggiornamento della normativa in tempi rapidi.
Il vecchio testo, quello del 2003, era per il periodo innovativo e ben fatto: va riconosciuto questo agli ideatori di quella legge che (esattamente come quella che sta per venire alla luce) fu pensata a lungo proprio per trovare le migliori strategie di sviluppo delle nostre aree interne.
Eppure, nonostante il grande strumento a disposizione, nessuno ci ha realmente creduto. Non sono state vinte le resistenze delle città e delle zone non montane della regione. Non sono state trovate le risorse per ottenere i propositi ambiziosi che la legge si proponeva.
Il vero problema sta nel trovare la dotazione finanziaria che copra le esigenze di tutela del territorio, di salvaguardia delle tradizioni e di rilancio di zone finora dimenticate. Lo sa bene Candido Paglione, sindaco del Comune più rappresentativo di tutto questo, l’altissima e “montanissima” Capracotta, che in questi giorni ha ribadito la necessità di rispolverare la legge sulla Montagna del 2003 di cui fu il primo firmatario. Non ci riuscì lui in anni più floridi per l’economia regionale a trovare i fondi necessari, diventa una vera battaglia oggi con le poche risorse a disposizione da dividere su più fronti.
Per questo motivo abbiamo pensato ad una legge che sia condivisa e non calata dall’alto. E che sia innovativa nello spirito. Che si indirizzi verso la strada che l’Europa, che i cambiamenti sociali ed economici impongono. Abbiamo pensato alle nostre aree interne in termini di fucine culturali, arricchendo la normativa di tutti quei punti di valore che sono legati alla cultura, alla cooperazione, all’operatività in prima persona. Le misure che abbiamo pensato non vengono imposte ai territori montani, ma accompagnano gli operatori del settore e i cittadini in un percorso che li porterà ad essere attori protagonisti della propria terra (e NELLA propria terra). In questo modo, con l’aiuto e il lavoro di tutti, la nuova legge aiuterà a conservare pezzi di Molise la cui bellezza toglie il fiato e che sono il nostro primo biglietto da visita nei confronti del mondo“.