A volte mi pongo alcune domande, scomode a tanti e che in molti censurano o mettono in secondo piano. Una di queste è: se le infiltrazioni in Molise fossero anche lo specchio delle alterazioni della società molisana? In Molise raramente è dato vedere cittadini che scendano in piazza o manifestino per ripulire il territorio dai politici “affaristi” o dai colletti bianchi e dagli imprenditori che hanno collusioni con le mafie. Salvo alcune manifestazioni “folcloristiche”, la reazione del molisano è stantia. La lotta alle mafie non può interessare solo i magistrati e le forze di polizia ma deve coinvolgere necessariamente anche la cittadinanza e il modo di essere cittadini. A testimoniare tale assunto vi è anche lo scarso coinvolgimento dei pochi intellettuali molisani. I mass media cercano di fare il loro dovere e informano al meglio le degenerazioni che man mano emergono. Chi vuole documentarsi meglio, inoltre, può farlo poiché le fonti non mancano. In Molise, purtroppo, pesa una sorta di anestetizzazione indifferenziata che trova la sua fonte in un atavico clientelismo che nei confronti del fenomeno mafia potrebbe diventare omertà o peggio negazionismo. Quando molti anni fa parlavo d’infiltrazioni mafiose in Molise, ero tacciato di allarmismo e di esagerazione. La frase più comune era: “Non è assolutamente vero che in Molise c’è la mafia”, “il Molise è un’isola felice”. Quasi tutti assumevano l’atteggiamento difensivo dello struzzo. Oggi, continuo a chiedermi dove sono le misure di prevenzione e repressione delle mafie, giacché dai partiti politici è possibile aspettarsi ben poco? Perché non si mobilitano le cd. eccellenze molisane? L’intreccio perverso fra mafia, colletti bianchi, imprenditoria e corruzione potrebbe essere anche conseguenza di questo immobilismo.
Per contrastare le infiltrazioni in Molise, ritengo, non sia necessario essere eroi civili, motivati da grandi passioni, ma basta pensare al futuro dei nostri figli, perché questi criminali mettono in pericolo il futuro di tutti noi. Se prendessimo coscienza di questo forse, anche nel nostro piccolo Molise potrebbe nascere una ribellione civile. Il procuratore nazionale Antimafia, Cafiero De Raho, ospite a Campobasso pochi giorni fa – che ho avuto l’onore di conoscere quando era in Calabria – ha lanciato questo messaggio: “Non siete più un’oasi felice, la malavita oggi investe in Molise”. Si è poi soffermato sul ruolo delle istituzioni ricordando che le stesse devono essere più determinate nel palesare vicinanza al cittadino per evitare che questi si chiuda a riccio e scelga di non collaborare con lo Stato. Io mi sento di condividere totalmente il suo messaggio precisando che è giunta l’ora che i molisani comincino a svegliarsi dal lungo torpore che li affligge.
(Vincenzo Musacchio, Direttore dell’Osservatorio Regionale Antimafia del Molise).