La Regione ha pubblicato un bando generico e illusorio da 1 milione 750 mila euro, aperto a tutti i licenziati del Molise, ma privo di parametri di selezione e senza garantire la necessaria copertura. Una presa in giro per i Comuni e per centinaia di ex lavoratori privi di ammortizzatori sociali: un cristallino esempio dell’approssimazione con cui lavora la giunta Toma
Dovete sapere che esiste un bando da 1.750.000 euro lanciato tramite una delibera di giunta, la numero 369 del 30 luglio 2018, che dà la possibilità a chi ha perso un’occupazione di svolgere lavori di pubblica utilità per conto dei Comuni. Parliamo di lavori di sei mesi, prorogabili di altri sei, per un compenso mensile di 600 euro circa.
Ottima iniziativa, si dirà. No, perché è un bando frettoloso, non concertato con i destinatari e con tante lacune, a partire dalla più evidente: manca dei parametri di selezione. Ma andiamo con ordine.
Il bando prevede che entro il 13 ottobre i Comuni presentino progetti destinati a valorizzazione di patrimonio ambientale, patrimonio pubblico e beni culturali, allestimento e custodia di mostre, riordino di archivi e recupero di lavori arretrati di tipo tecnico o amministrativo, attività ausiliarie di tipo sociale. Insomma, un po’ di tutto.
Può presentare proposte qualsiasi Comune molisano, con delle differenze. I Comuni sotto ai 5 mila abitanti possono presentare progetti per assumere fino a 15 persone, i Comuni tra i 5 e 30 mila abitanti possono assumere fino a 50 persone, quelli sopra ai 30 mila abitanti fino a 70.
Il conto totale di quanti ex lavoratori potenzialmente si possono assumere è 2.465 persone per un totale di 17 milioni di euro. Peccato che le risorse disponibili (al momento 1 milione 750 mila euro) riescono a soddisfare solo270 persone, un decimo di chi può far richiesta.
Il tutto, però, senza parametri di selezione, una cosa gravissima. Manca un schema di punteggio e quindi mancano le modalità in base alle quali saranno scelti i progetti (e i Comuni) ammessi al finanziamento. In questo modo si rischia di creare storture evidenti. Il clientelismo, infatti, si annida proprio nella carenza di regole certe. In questo senso non sfugge che ad esempio a Campobasso e Termoli, che nella prima metà del 2019 andranno al voto come tanti altri centri molisani, i Comuni avranno la possibilità di assumere fino a 140 persone in totale, in modo arbitrario.
Ma proseguiamo. Il bando fa acqua anche per le caratteristiche dei destinatari. Esso, infatti, è pensato per chi è stato interessato da licenziamento collettivo e sia privo di ammortizzatori sociali, per questo la Giunta ha spacciato l’avviso come una misura a favore degli ex lavoratori dello Zuccherificio del Molise oppure degli ex Ittierre. Peccato che lo stesso bando poi smentisce questa intenzione in quanto specifica che esso è diretto achiunque abbia subito la cessazione del lavoro, quindi a tutti coloro che sono stati licenziati in Molise, addirittura a partire dal 1° gennaio 2008.
In pratica un bando fatto passare per aiuto concreto ad alcune specifiche categorie di lavoratori si è dissolto in unagenericità stucchevole che rischia di far danni.
Anche perché ci sono altri punti che penalizzano i lavoratori che invece doveva tutelare. Ad esempio si dà priorità agli over 40, ma tra i licenziati dell’azienda saccarifera ci sono molti under 40; oppure viene preso in considerazione l’indicatore Isee che è un parametro non oggettivo in quanto misura il patrimonio e non il reddito.
In definitiva: se l’obbiettivo del bando era quella di blindare i lavoratori delle grandi aziende in crisi, questo obbiettivo è stato mancato in maniera clamorosa.
Tutte queste lacune e questa superficialità sono gli emblemi dell’approssimazione del lavoro della Giunta attuale.
Ricordiamo all’esecutivo regionale che nell’ambito delle politiche del lavoro ci sono due tipi di azioni: le politiche passive che utilizzano gli ammortizzatori sociali per i lavoratori delle aziende in crisi e le politiche attive, azioni di supporto alla ricollocazione dei lavoratori. Questo bando dovrebbe rientrare tra le politiche attive e invece penalizza chi doveva salvaguardare, senza contare che presta il fianco a centinaia di ricorsi amministrativi. Tanti lavoratori che hanno perso il lavoro si troveranno ad affrontare una serie di adempimenti burocratici e, magari, nemmeno riusciranno a ottenere questi 600 euro per sei mesi.
L’avviso deve essere subito rivisto, magari tramite una circolare che chiarisca tutti gli aspetti che abbiamo elencato. I portavoce del MoVimento 5 Stelle lo chiederanno anche in Consiglio regionale alla prima occasione utile e in quella sede porranno una domanda semplice semplice: ma, alla luce di tutto questo, il governatore Toma e l’assessore Mazzuto questo bando, almeno, lo hanno letto?