Un pesante manto di intonaco, di colore al momento indefinito, ricoprirà le antiche mura in pietra a faccia vista della chiesa, ormai sconsacrata, di Santa Maria delle Grazie a Riccia? Ho rivolto la stessa domanda alla Direzione regionale per i Beni Culturali del Molise, alle Soprintendenze per i Beni Archeologici e per i Beni storici, artistici e etnoantropologici, destinatarie di una missiva con la quale chiedo – a nome dei tanti concittadini che contestano fortemente questa scelta – di “cambiare idea” rispetto alle modalità con le quali sembrerebbe – a giudicare dai lavori effettuati fino ad ora – si voglia portare avanti la manutenzione straordinaria che sta interessando l’edificio storico che domina Piano della Corte.
L’antica chiesa – datata intorno al 1.500 – è elemento fondamentale del nostro antico borgo medievale e si presenta ancora come la volle Bartolomeo III. E’ parte integrante della quotidianità della comunità riccese, è tassello fondamentale delle peculiarità architettoniche che contraddistinguono la nostra cittadina, è testimone del nostro passato ricco di storia ed è simbolo del nostro futuro, legato anche alle ricchezze culturali che abbiamo preservato fino ad oggi e che devono diventare attrattiva turistica, all’interno di progettualità di rilancio delle aree interne di portata di certo più ampia. Non è affatto immaginabile un percorso di recupero e di restauro di tale portata; un’idea che rischia di compromettere per sempre e irrimediabilmente la natura dell’edificio, il suo valore artistico e architettonico. E’ come pensare di chiudere il Colosseo con i doppi infissi in alluminio!!!!
Per evitare quello che si paventa come un vero scempio – al quale l’intera comunità di Riccia intende opporsi con forza – ho chiesto delucidazioni alla Direzione regionale per i Beni Culturali e alle Soprintendenze interessate: mi auguro che i responsabili di tali progettazioni per niente condivisibili siano pronti ad ascoltare il territorio che vuole preservare – nella tutela e nella messa in sicurezza dei luoghi – l’autenticità del proprio patrimonio storico, culturale e affettivo.