Puntare ad uno sviluppo possibile della regione Molise, enfatizzando il settore culturale, mettendolo in relazione con quello del turismo, potrebbe senza dubbio rappresentare uno stimolo vincente per porre un freno all’inesorabile spopolamento di tanti piccoli comuni e perciò contribuire al risveglio dell’attività economica e produttiva. Il potenziale di attrattività che la ventesima regione ha nel contesto nazionale, non essendo preso seriamente in considerazione, sia in termini di risorse che di serie politiche di sviluppo, non riesce a rappresentare uno dei settori trainanti dell’economia regionale e locale come realtà regionali limitrofe a noi poco distanti stanno dimostrando di saper fare. Vuol dire che è necessario investire sul paesaggio e sulla cultura che insiste in queste realtà: la cultura che può portare lavoro, crescita e diventare attrattiva.
Significa riconoscere incentivi e sgravi contributivi e fiscali per le realtà commerciali presenti in questi borghi, potenziare l’offerta abitativa evitando l’abbandono e l’isolamento di queste piccole cittadine; stimolare interventi di recupero e riqualificazione dei centri abitati e dei borghi e realizzare una rete di strutture ricettive per un turismo locale, caratteristico del territorio e di qualità. Larino, se rivolgesse con uno sguardo più attento ai settori della cultura e del turismo come possibilità di sviluppo economico reale, potrebbe ritagliarsi senza dubbio un ruolo di protagonista nel panorama regionale.
I dati emersi negli ultimi giorni, circa gli esigui numeri relativi all’affluenza di visitatori che nell’arco dell’anno si recano presso i siti di interesse culturale presenti sul territorio larinese, hanno evidenziato nuovamente tutto il disinteresse da parte delle istituzioni e la mancanza di programmazione riguardo il patrimonio culturale che combinandosi negli anni non sono stati capaci di rendere non solo conoscibili ma neppure fruibili in maniera permanente i diversi siti archeologici, lasciandoli, di fatto, in uno stato di totale abbandono se non degrado. Esempio ne sia il sito archeologico maggiormente visitato a Larino, ovvero l’Anfiteatro romano che, oltre a continuare a rimanere nell’ombra perfino del circuito regionale dei siti di interesse archeologico come Altilia-Sepino, Isernia, Castel San Vincenzo, Pietrabbondante, Campobasso, che pure hanno un rilievo nell’offerta turistica nazionale, è aperto e visitabile, grazie alla presenza di un custode, soltanto di mattina e per giunta esclusivamente nei giorni feriali.
Anche quelle sporadiche iniziative degli anni scorsi, spesso avulse da un quadro programmatico più generale di rilancio del patrimonio culturale locale e principalmente dovute alla personale sensibilità dell’amministratore di turno, non hanno sortito quegli effetti spesso soltanto annunciati. La provvisorietà di talune iniziative è dimostrata dal fatto che una volta finito il mandato dell’assessore di turno, esse sono state annoverate nell’album dei ricordi, senza essere perseguite non lasciando così alcun risultato concreto se non quello davanti al quale i cittadini oggi si ritrovano, ovvero, nella migliore delle ipotesi, le catene con i lucchetti ai cancelli della maggior parte dei beni archeologici, artistici e di rilievo storico.
Ulteriore conferma dell’assoluto disinteresse in merito alle potenzialità del patrimonio custodito nella cittadina larinese e dell’assoluta necessità di promuovere e far conoscere le bellezze artistiche del territorio, in occasione della giornata FAI di primavera, organizzata dal Fondo Ambiente Italiano lo scorso 24-25 marzo, un evento di rilevanza nazionale che mira proprio a far avvicinare i cittadini alla conoscenza ed alla scoperta della bellezza che li circonda, dell’arte, della cultura e della storia che troppo spesso passa inosservata o, peggio, viene dimenticata e deturpata ed all’interno del quale sono stati oltre 1000 i luoghi aperti al pubblico e circa 700.000 i volontari che hanno partecipato alla organizzazione della giornata in tutta Italia. Il Comune di Larino, a differenza di altri comuni molisani, non ha inteso aderire all’iniziativa del FAI e i luoghi di interesse culturale del territorio larinese nei giorni festivi, come è consuetudine locale, sono rimasti chiusi.
Movimento LARINascita