Passata la ‘tempesta’ elettorale, caratterizzata da un turbinio di dati e numeri, è giusto adesso ragionare sui motivi che hanno determinato la vittoria del centrodestra e del presidente Toma in Molise, ma soprattutto sulla distribuzione dei voti sul territorio regionale. La geografia delle urne mostra una regione divisa in due macro aree del consenso con la zona di Termoli e del Basso Molise fortemente orientata in favore del Movimento Cinque Stelle e del candidato presiedente Andrea Greco e il capoluogo regionale tendenzialmente sulla stessa linea, ma con percentuali decisamente inferiori e la provincia di Isernia e l’area matesina favorevoli all’elezione di Donato Toma ed al consolidamento dell’alleanza di centro destra. Nello specifico è il maggiore centro rivierasco ad esporsi numericamente in favore della lista pentastellata, con un differenziale di circa 18 punti in percentuale ed oltre 2900 voti di differenza tra Greco e Toma; situazione che poi si replica a Campomarino (quasi 12 punti di differenza), Montenero di Bisaccia (+11%), Larino (+9%). Dal canto suo Donato Toma vince ad Isernia con un +8% rispetto al diretto concorrente e circa 1000 voti di vantaggio, replicando poi a Venafro (quasi 13 punti percentuali di differenza); ma è a Trivento che il leader del centro destra fa il ‘botto’, staccando di quasi 30 punti percentuali Greco e quasi doppiandolo nelle preferenze, stravincendo anche a Bojano (+15%) e vincendo poi anche a Riccia, nonostante fosse candidato, nel PD, il sindaco Micaela Fanelli (ma il candidato presidente Veneziale nel comune non è andato oltre il secondo posto). A Campobasso prevale Greco, con circa 1600 voti di vantaggio su Toma e circa sei punti percentuali di differenza. Tra le curiosità: il PD è il secondo partito a Termoli , dove ha la guida cittadina, ma nel capoluogo di regione, con la stessa situazione, non riesce a fare ugualmente e paga la scissione con LeU e soprattutto con Molise 2.0. L’UDC è secondo a Montenero (aveva il sindaco candidato in quel partito) e la Lega è il secondo partito a Campobasso, dove supera il 10 % dei consensi, cifra che anche solo una paio d’anni fa sarebbe stata considerata pura fantascienza. Un Molise diviso in due geograficamente e politicamente, con le aree interne fortemente orientate a mantenere la tradizione politica e lo status quo attuale (i più votati sono consiglieri in carica, peraltro in gran parte passati dalla coalizione opposta, cioè quella di centro sinistra, rimanendo in maggioranza ma cambiando casacca politica) e i due centri maggiori sensibili al vento di rinnovamento promesso dai Cinque Stelle. Al presidente Toma adesso il non facile compito di dimostrare di potere innovare anche con una squadra fortemente strutturata su politici di lungo corso e soprattutto quello di creare equilibrio tra questi e i nomi nuovi della politica regionale. In campagna elettorale ha dimostrato dinamismo e determinazione e siamo sicuri che spenderà tutte le forze possibili nel raggiungimento degli obiettivi di buon governo della Regione.
Stefano Manocchio