In un momento di vera emergenza sanitaria e sociale quale quella legata alla pandemia
Sars-Cov-2, dovrebbe scattare un senso di solidarietà condiviso da tutti; eppure, anche in
tempi così difficili e drammatici, c’è chi non perde occasione per strumentalizzare ogni
notizia legata al settore sanitario per danneggiare l’immagine di alcuni ns associati.
Voglio ricordare che i privati accreditati sin dall’inizio della pandemia si sono messi a
disposizione del Servizio Sanitario regionale, così come in tutta Italia, per fronteggiare ed
arginare – tutti insieme – l’emergenza sanitaria Covid-19.
La sanità è una materia particolarmente complessa e quindi ha bisogno del giusto
approfondimento al fine di offrire, altresì, una corretta informazione ai cittadini.
Com’è stato già comunicato in una precedente nota, la nostra regione è la seconda in
Italia per la percentuale (32,7%) di posti letto per la terapia intensiva – oltre quelli di
degenza ordinaria – messi a disposizione dall’ospedalità privata per l’emergenza Covid 19.
Ragion per cui, appaiono davvero ingiustificati, oltre ogni limite accettabile, gli
attacchi e le critiche pretestuose che arrivano da diversi esponenti politici, o addirittura
avvocati, che per finalità strumentali, o legate a fini che non riusciamo a comprendere,
colpiscono gli operatori molisani della sanità privata. In più occasioni, Andrea Greco, del
Movimento Cinque Stelle, Stefano Buono, del Pd, e in ultimo Massimo Romano, sono
intervenuti in maniera irrituale e scomposta, prefigurando inquietanti scenari nei rapporti
intercorsi e in atto tra Regione, Commissario ad acta e operatori privati del Molise.
Com’è noto, a seguito dell’emergenza Covid 19, il Governo ha emanato il D.L. n.°
18/2020 in cui si prevedono diverse azioni straordinarie nei confronti degli operatori
privati della Sanità, tra cui finanche la requisizione in uso o in proprietà e la messa a
disposizione di reparti o posti letto per far fronte all’emergenza, con la relativa
implementazione per il trattamento dei pazienti Covid 19 – No Covid-19 . Nei giorni
scorsi, è stato adottato il D.L. Liquidità n. 23/2020 dove all’articolo 32, si prevede inoltre
che agli operatori privati venga riconosciuto un corrispettivo in acconto pari al 70% dei
dodicesimi corrisposti o dovuti per l’anno 2020.
La ratio della norma appare chiara: è un momento di emergenza nazionale e tutte le
strutture, pubbliche e private, devono essere pronte a collaborare tra loro per fronteggiare
la pandemia. E anche la ratio del rimborso forfettario appare abbastanza chiara: è
evidente che un operatore privato che si trovi a gestire dei pazienti Covid 19 e/o no
Covid19 trasferiti da ospedali pubblici, va incontro a una ristrutturazione radicale della
sua organizzazione operativa. In sostanza, un blocco totale delle entrate economiche
necessarie a retribuire il personale e a garantire il funzionamento delle stesse strutture.
Una ratio che, pur se evidente, deve essere sfuggita all’avv. Romano che, insistendo e
proseguendo nella sua azione capziosa, fa di più, infatti chiede pubblicamente perché,
nell’accordo tra privati e Regione Molise, quella percentuale del 70% (entrata in vigore
successivamente al DCA regione Molise 26/2020) – sia stata prevista al 95%.
E qui occorre una precisazione, che non sarebbe stata necessaria se le carte, prima di
essere commentare, fossero state lette attentamente confondendo anche i percorsi Covid-
19 con quelli No Covid-19. Ebbene, nel contratto sottoscritto da Regione e Operatori
privati del Molise, all’articolo 5, si afferma che il 95% da erogare è relativo alle
prestazioni di assistenza ospedaliera, cioè solo ai ricoveri.
Non ci vuole certo una laurea in matematica per capire che il 95% del 95% dei rimborsi
per i soli ricoveri è nettamente inferiore al 70% previsto dal D. L. ‘Liquidità’, dove si
parla chiaramente di dodicesimi corrisposti o dovuti per l’anno 2020, sommando ai
ricoveri anche i rimborsi per prestazioni specialistiche e ambulatoriali.
Sarebbe bastato fare un paio di addizioni e sottrazioni corrette per capire che il 95% del
95% dei rimborsi per ricoveri è sicuramente minore del 70% dei rimborsi dovuti per tutte
le prestazioni.
Ed ancora!
L’art. 32 del D.L. “Liquidità” riconosce in aggiunta al 70%:
a) la remunerazione per i costi sostenuti per modifiche strutturali (come l’allestimento del reparto), costi per tecnologie acquistate (ad es. respiratori), costi per il personale medico, sanitario ed infermieristico dedicato al reparto Covid, costi per la sanificazione, etc;
b) l’incremento tariffario per tutti i pazienti covid-19 gestiti, rispetto alle tariffe dei
decreti nazionali e regionali.
La chiara gravità ed inesattezza di alcune affermazioni, come quelle riportate da Stefano
Buono del PD, trova conferma nell’art. 2, comma 4, del contratto di cui al DCA 26/2020
dove è previsto l’adeguamento automatico delle disposizioni regionali in caso di
emanazione di norme legislative.
Pertanto, il provvedimento adottato dalla Regione Molise rientra legittimamente nella
cornice normativa del D.L. Liquidità, non ancora convertito in Legge.
Ma quando la voglia di denigrare benda gli occhi a chi insinua scenari malevoli, si cade
in errori che potrebbero essere evitati se si ragionasse con buon senso ed obiettività.
Solo un’ultima considerazione da parte dell’Aiop Molise: neanche in momenti
drammatici come quelli che sta vivendo la nostra regione e l’intera Italia, sono stati messi
da parte sentimenti negativi e riserve mentali, che sembrano essere la dispensa in cui
qualcuno ogni tanto va a pescare cattiverie che non danneggiano solo le strutture prese di
mira in qualità di ‘Istituzione’, ma anche l’immagine e il lavoro dei suoi preziosi
collaboratori.