L’emergenza SARS-CoV-2 (comunemente coronavirus 19) ha messo in luce le tante disuguaglianze presenti nel paese, gli angoli bui della vita delle periferie, la disoccupazione, i disastri dei tagli alla sanità e le criticità del sistema di istruzione.
Ad oggi, possiamo certamente affermare che il merito di aver garantito, con tante difficoltà. il diritto all’Istruzione è di docenti, personale di segreteria, alunni e famiglie. Dal ministero nessun supporto valido (solo qualche PC), né di indirizzo né organizzativo, nessuna misura reale per contrastare la dispersione scolastica e attivare reti territoriali in grado di sostenere le famiglie in difficoltà, ma solo tante idee confuse e inefficaci.
L’avvicendarsi di tre ministri dell’istruzione in un anno di governo è l’emblema della subordinazione del diritto all’Istruzione agli interessi politici dei rapporti di potere dei partiti al governo (prima lega-5 stelle, ora 5 Stelle-PD-LEU). Ma la politica va anche oltre, e nell’ultima fase assistiamo addirittura all’esplosione dell’autoritarismo e del giustizialismo targati 5 stelle: le parti sociali, che rappresentano migliaia di lavoratori della scuola, non sono più interlocutori con i quali discutere dei tanti problemi aperti, i sindacati sono esautorati dal loro ruolo storico, come predicava da tempo il partito del grillo. Così di scuola si decide senza la scuola, in una riunione di maggioranza presieduta addirittura da Conte in persona (forse in considerazione dell’inadeguatezza della ministra Azzolina) che decreta ancora una volta che oltre 150.000 precari, come ogni anno, resteranno a casa in attesa di nuova chiamata, appesi ad un concorso inutile, a data da destinarsi.
Oltre al dramma della precarietà reiterata si aggiunge quello della mancata continuità didattica per gli alunni, in particolar modo per quelli che usufruiscono del sostegno, per i quali è fondamentale un rapporto continuo con i propri insegnanti. Si licenziano a giugno, ancora una volta, le migliaia di donne e uomini, professionisti in formazione continua, che da anni garantiscono le attività didattiche e lo svolgimento regolare delle lezioni; stabiliscono rapporti con gli studenti, danno vita ad attività che dovranno abbandonare, ciò a discapito della formazione delle nostre generazioni. Ma questi non sono problemi del governo, che pensa solo a indire il super concorso e anche in modo maldestro, ma di fatto non stanzia nessuna risorsa per l’istruzione, per le assunzioni, per il rinnovo dei contratti e negli ultimi mesi non ha provveduto neppure a pagare le supplenze, aggiungendo altri disagi ad una situazione economica al limite. Per questi ed altri motivi, lo sciopero convocato per l’8 giugno dai sindacati ha tutto il nostro sostegno! Invitiamo tutto il personale ad aderire con forza, e chiediamo che questa giornata sia solo l’inizio di una più forte mobilitazione.
In ultimo vogliamo dire al ministro che i soldi stanziati per le scuole dal decreto Rilancio e promessi per settembre bastano per comprare carta igienica e sapone. La scuola ha bisogno di personale e strutture idonee, ma ha bisogno soprattutto di essere il fulcro della vita del paese, per questo speriamo che lei vada a casa molto presto.
Per il Dipartimento Scuola-Istruzione-Università e Ricerca Partito Rifondazione comunista
Professoressa Leda Di Santo
Professore Francesco Di Lucia
Per la Segreteria Regionale PRC
Pasquale Sisto ( nella foto)