La prima campanella è sempre più vicina, ma per il mondo della scuola un futuro migliore sempre più lontano.
Così, mentre auguriamo a tutto il personale scolastico, agli studenti e ai genitori un nuovo anno ricco di opportunità, apprendimento, crescita, successi e realizzazioni, torniamo a constatare come, purtroppo, di scuola si torni a parlare dinanzi a fatti di cronaca per puntare il dito, in una società che invece troppo spesso sembra non avere chiaro il fondamentale ruolo dell’educazione e dell’istituzione scolastica.
Un mondo sempre più avvinghiato da problemi e difficoltà. Soprattutto in quei contesti più fragili. Al Sud come in Molise, dove sappiamo bene continuino ad aumentare le criticità.
A sottolinearle nel dettaglio ci ha pensato la FL CGIL Molise che ha suonato, per l’ennesima volta, la sveglia a un governo regionale di centrodestra da anni totalmente assente su questo fronte. In modo particolare per ciò che concerne il dimensionamento scolastico imposto da Roma che non tiene assolutamente conto delle peculiarità del nostro territorio.
E continua a essere di un imbarazzo senza precedenti il fatto che il Molise non abbia mai alzato nemmeno un dito per difendere le scuole molisane a seguito della modifica dei parametri del dimensionamento, contenuta nella Legge di Bilancio e che sarà applicata a partire dal 2024.
Una norma per la quale la nostra regione, che quest’anno già conta 675 alunni in meno, in tre anni perderà ben 8 scuole.
Una norma alla quale si sono opposte con un ricorso alla Corte Costituzionale 4 regioni.
Così, mentre Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Campania sono in prima linea per la difesa dei diritti del territorio, il Molise con i suoi parlamentari e un presidente nuovo che rappresenta un centrodestra molto vecchio, continua a restare in silenzio davanti a provvedimenti di quella destra-destra nazionale che sta facendo di tutto per cancellare le aree più fragili del Paese.
Aree come il nostro Molise che, come sottolineato dall’ultimo rapporto Svimez ‘Un paese due scuole’,è già l’unica regione con la percentuale più bassa d’Italia di alunni che frequentano il tempo pieno: solo l’8% a fronte di un 38% della media nazionale.
Una condizione che certamente evidenzia l’assenza di adeguate politiche per l’Istruzione, totalmente dimenticate sia nella scorsa Legislatura che in quella attuale, dove tale delega non è stata nemmeno assegnata dal presidente Roberti, il quale ha preferito tenerla per sé e continuare a ignorare un comparto da cui dipende, invece, il futuro di questa terra.
Eppure il sistema scolastico andrebbe sostenuto e potenziato anche in ambito regionale per dare modo ai giovani molisani di affrontare le sfide future e non essere da meno rispetto a chi è nato in altri luoghi del Paese.
Così come il sistema scuola dovrebbe essere messo al centro di un’agenda politica non solo quando si deve parlare di tagli. E la spinta a fare questo dovrebbe essere ricercata oltre che nell’idea di un’Italia più giusta e più equa, proprio in quei numeri che raccontano di oltre 3 milioni di under 34 che non studiano e non lavorano. Giovani schiacciati dal peso dell’incertezza del presente, dove crisi economica e climatica, guerra e inflazione fanno cadere un velo nero sul loro oggi e sul domani. Giovani che alla politica chiedono solo un futuro possibile fatto di programmazione e scelte consapevoli.
Perché senza la scuola, senza un sistema educativo che davvero funga da ascensore sociale non ci può essere futuro.
La prima campanella lo ricordi a chi da Roma compie scelte scellerate e a chi, da qui, non sa nemmeno difendere i diritti di un sistema che merita interesse e rispetto.
Insieme a chi opera nel comparto, insieme alle organizzazioni sindacali difendiamo i diritti della scuola del Molise.
Micaela Fanelli