La minoranza attacca: proposte di legge ferme, la maggioranza impegnata alla spartizione dei poteri

fusco-perrella“La strategia Europa 2020 punta a rilanciare l’economia dell’Unione Europea nel prossimo decennio. L’obiettivo è quello di dare vita ad un’economia intelligente, sostenibile, a crescere in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale e clima/energia. Naturalmente, per fare tutto ciò, occorre che gli Stati membri raggiungano gli obiettivi nazionali, attraverso dunque l’attività delle Regioni. Il Molise, però, pare lontano da tutto questo. La nostra regione è ferma. Presa da altre discussioni e sterili polemiche che a distanza di oltre un anno come risultato hanno prodotto solo una inversione, in negativo, della nostra economia e una disaffezione senza precedenti da parte dei cittadini nei confronti della politica”. A parlare i rappresentanti della minoranza in consiglio regionale i quali, per l’ennesima volta, sollecitano la Giunta Frattura a darsi una mossa.

Questa volta i consiglieri Fusco (prima firmataria), Iorio, Cavaliere, Sabusco e Micone fanno pressing per velocizzare l’iter sulla proposta di legge riguardante le ‘Norme sul sistema educativo regionale’, in discussione in quarta commissione. “Si tratta di una legge di fondamentale importanza – aggiungono i consiglieri – che andrà a regolamentare il complesso del sistema educativo.
Non crediamo di dire eresie affermando che le uniche attività svolte e di un certo rilievo sono quelle partite da lontano, create, fortemente volute e sponsorizzate dall’attuale minoranza: basti pensare alla legge sulla violenza di genere e quella sull’agricoltura sociale che sono diventate leggi regionali; non dimentichiamo che poi ci sono ancora la proposta di legge n. 12 “Riforma dei consorzi per lo sviluppo produttivo del Molise” che è in discussione in prima commissione e la proposta di legge sugli immigrati che come quella sul sistema educativo è in discussione in quarta commissione. Tornando alla legge sul sistema educativo regionale -affermano i rappresentanti di minoranza in consiglio regionale – è ormai sotto gli occhi di tutti di come sia necessario un riordino normativo del settore.
La dispersione scolastica è una delle principali emergenze con cui la scuola italiana e molisana deve confrontarsi. Il Molise riceve solo 22mila euro per combattere la piaga sociale dell’abbandono scolastico.
Per questo bisogna ripensare il modello di sistema di istruzione e formazione, fondamentale in un’ottica di sviluppo dell’intero Sistema Regione.
La presente proposta di legge – continuano – offre gli strumenti giusti per essere protagonisti di un Molise che sarà in grado di affrontare le sfide che l’Italia, l’Europa e il mondo pongono continuamente in termini di crescita, sviluppo e competitività. Solo così sarà possibile valorizzare il capitale umano lungo tutto l’arco della vita in coerenza con gli obiettivi Europa 2020. Il Consiglio regionale deve intervenire con un’azione riformatrice tesa a riqualificare il sistema della formazione e determinata dalla necessità di predisporre una legge organica di sistema che intervenga per rendere coerente il sistema dell’istruzione e della formazione professionale.
La proposta intende caratterizzare formazione professionale come strumento per lo sviluppo economico, sociale e di politica attiva del lavoro, come servizio pubblico che predispone e attua un’offerta diversificata di opportunità formative professionalizzanti, coerente con le politiche di sviluppo nazionali e la Strategie europea per l’occupazione con lo scopo di potenziare la coesione sociale e territoriale, onde ridurre il divario tra domanda e offerta del mercato del lavoro, e diffondere la cultura del fare impresa e del lavoro.
La proposta di legge avrà un ruolo centrale riuscendo a elevare conoscenze e competenze. Si assumono come elementi strategici la qualificazione del sistema, la programmazione regionale degli interventi, la valutazione, il controllo e il monitoraggio.
Sono disciplinati, in particolare la programmazione regionale che consente alla Regione di riappropriarsi del ruolo di programmazione dell’offerta formativa anche nell’ottica di integrazione con le politiche attive del lavoro, il sistema di accreditamento regionale al fine di garantire che le agenzie formative operanti nel territorio regionale siano in possesso di adeguate capacità didattiche, di governo, di processo e di prodotto, promuovendone la specializzazione per settori e comparti produttivi anche attraverso il riconoscimento dei Centri regionali di formazione professionale e alta formazione. L’obiettivo perseguito è duplice: da una parte prevenire e ridurre la dispersione scolastica, dall’altra attribuire a questo segmento educativo una funzione strategica nella crescita del Paese. Naturalmente – concludono i consiglieri – per ottenere questi risultati c’è assolutamente bisogno che la Giunta Frattura pensi più a governare che a mere logiche di spartizioni che non giovano a nessuno”.

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