La legge di riforma dei Consorzi di Bonifica contiene errori grossolani: il MAM chiede nuovamente le dimissioni di Facciolla

Dopo il precedente articolo, in cui sono state analizzate alcune importanti implicazioni economico finanziarie della recente legge riforma dei Consorzi di bonifica molisani, pubblicata il 24 gennaio scorso sul bollettino ufficiale della Regione Molise, il Movimento Agricolo Molisano vuole far notare di seguito altre problematiche insite nel provvedimento, tali da renderne difficile se non impossibile l’applicazione.
In primis, la legge prevede al comma 3 l’istituzione immediata del Consorzio di Bonifica “Basso Molise” e la contestuale soppressione del Consorzio di Bonifica Integrale Larinese e del Consorzio di Bonifica Trigno e Biferno; non è stato quindi previsto, come sarebbe stato necessario, un periodo intermedio, in cui continuano a esistere e a operare i due Enti soppressi, per evitare il blocco istituzionale di qualunque attività e per portare a termine la fusione, dal momento che al MAM risulta che il Consorzio di Bonifica “Basso Molise”, pur costituito, non esiste ancora, non essendoci neanche lo statuto e i bilanci. Se quindi non esistono nè i due Consorzi soppressi e nè il Consorzio di Bonifica del Basso Molise, il MAM chiede a quale Consorzio gli agricoltori nel Basso Molise possano presentare domanda per l’erogazione dell’acqua o a chi richiedere urgenti e immediati interventi di riparazione di condotte che dovessero rompersi in questi giorni.
Inoltre, ci sembrano assolutamente insufficienti i tempi fissati al comma 8 per il Commissario, appena 60 giorno dalla data di entrata in vigore della legge, per adeguare gli statuti consortili, il piano di classifica e gli altri atti, poi da trasmettere alla Giunta Regionale per l’approvazione, se non altro perché si perderà del tempo, per via del blocco istituzionale precedentemente descritto. Ci saranno degli inevitabili ritardi, che determineranno a cascata anche il rinvio dello svolgimento delle libere elezioni consortili; questa tempistica, con gli immancabili ritardi, sembra essere studiata a tavolino, per mettere il bavaglio agli Enti di bonifica molisani e agli agricoltori in questa delicata fase elettorale, con il consenso colpevole della associazioni di categoria, in particolare della Coldiretti, della CIA e della Confagricoltura.
Ancora, il comma 4 della legge di riforma dice che la Giunta Regionale, approvato il progetto di fusione dei due soppressi Consorzi di bonifica del Basso Molise, assegna le risorse umane al Consorzio istituito. Si fa notare che i Consorzi di bonifica sono per legge degli enti autonomi, anche da punto di vista organizzativo, e che sono questi enti stessi che individuano le proprie esigenze di personale e che, se del caso, provvedono ad assumere le necessarie risorse di personale, a chiamata diretta o con concorso pubblico, come previsto dal CCNL di settore. Sorge un dubbio: forse che il vero scopo della riforma fosse di creare un nuovo Ente, dove la Regione possa scaricare un pò del personale in esubero disponibile in suoi altri Enti strumentali o presso le soppresse Comunità montane?
Infine, si fa notare che la legge, nel sopprimere i due Consorzi di bonifica di Larino e di Termoli, ha disposto al comma 3 lo scioglimento di tutti gli organi ancora in carica, che, dopo il commissariamento degli Enti di bonifica Molisani, si ricordano essere i Consigli dei Delegati e i Collegi dei revisori dei conti. Tuttavia, al comma 8, si afferma che i Collegi dei revisori dei conti, rimangono in carica, fino all’insediamento dei nuovi organi consortili. È evinte il contrasto, sufficiente a rendere incerta la permanenza in carica o meno del Collegi dei Revisori dei Conti.
Noi “zappaterra” del MAM, contraddistinti dall’”ignoranza imperante”, per riprendere una dotta citazione, siamo riusciti a rilevare tutti questi problemi nella legge approvata, sebbene la stessa sia stata preventivamente sottoposta al vaglio non solo degli Uffici regionali competenti, ma soprattutto, come riferito dallo stesso assessore avv. Facciolla, sia stata valutata dalle associazioni di categoria coinvolte, in particolare, dalla Coldiretti, dalla CIA e dalla Confagricoltura, e soprattutto dagli avvocati dell’ANBI del dott. Massimo Gargano. Possibile che nessuno abbia rilevato problemi? Tutti d’accordo o conniventi?
Gli errori grossolani presenti nella legge di riforma dei Consorzi di Bonifica mostrano quanto sia stato sbagliato non ascoltare le denunce e osservazioni fatte dal MAM sui vari testi normativi comparsi negli ultimi mesi; essi possono essere solo spiegati dall’arroganza della Giunta Regionale, arroccatasi per mesi su posizioni nei fatti insostenibili, dalla superficialità, dalla frettolosità e, infine, dalla scarsa conoscenza della materia della bonifica e dell’irrigazione tanto degli autori della riforma, quanto degli undici “eroi” che in Consiglio Regionale hanno votato il provvedimento, a cui, come ha già fatto la Coldiretti Molise, va il ringraziamento personale del MAM, avendoci essi messo direttamente la faccia nell’approvare con determinazione sabato scorso la legge-beffa.
Dopo questa pessima figuraccia, cosa intende ora fare Facciolla? La cosa migliore sarebbe dimettersi, come già richiesto qualche mese fa dal MAM, ovviamente dopo aver promosso l’approvazione in Consiglio Regionale dei necessari correttivi alla legge approvata, recitando ad alta voce il “mea culpa” e chiedendo scusa ai consorziati, per essere stati presi in giro.

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