Nei momenti storicamente di difficoltà economica e conseguentemente sociale, le forme associazionistiche generalmente cercano di assolvere a ruoli di sostegno e di aiuto, oltre che di controllo e di gestione. In questa fase cruciale della vita economica della nostra Regione, abbiamo dialogato con il Direttore Generale della Cia Molise, di fresca rinomina, Donato Campolieti.
Campolieti, mai come adesso è importante far vedere che qualcuno disposto ad ascoltare ed aiutare c’è.
“Purtroppo è così, non pensavamo si arrivasse ad un momento così complesso, ma le varie congiunture, di vario carattere ci hanno condotto sull’orlo di un collasso socioeconomico.Nel nostro settore, quello agricolo, poi, le conseguenze sono ancora più dirette e dannose al sistema”.
L’associazionismo, fa ciò che può…
“Nel nostro contesto, fare squadra resta la forma più solidale, oltre che efficace, per affrontare le necessita amministrative e burocratiche, oltre che sociali naturalmente.
Come Confederazione, proprio captando queste impellenze, abbiamo rinforzato al massimo la presenza sul territorio attraverso degli uffici d’area, sempre aperti e pronti ad accogliere le istanze del territorio.Una rete di punti comprensoriali che erogano servizi rivolti all’area in cui essi si trovano.Soltanto garantendo un filo diretto con i nostri associati possiamo renderci utili realmente.”
Lei vive nel mondo dell’agricoltura da anni ormai ed ha vissuto fasi di varia natura. Oggi cosa percepisce a livello amministrativo e programmatico?
“Attualmente siamo in una fase amministrativa teorica in cui si sta lavorando al nuovo Psr ed i buoni propositi che circolano nell’aria devono essere applicati, così da rilanciare le filiere che oggi attraversano la più grande crisi di sempre. Con un sistema che guarda la cooperazione e l’associazionismo però ce la possiamo fare.”
Soltanto un breve dovuto passaggio su Gam e Zuccherificio.
“Fermo restando la totale solidarietà ai lavoratori di ogni tipo, chi ha pagato il prezzo più alto fin ora sono gli agricoltori della filiera i quali hanno operato a favore delle filiere, senza nessuna tutela di carattere economico ed oggi vantano dei crediti. Penso ai bieticoltori ed hai produttori della filiera avicola che hanno anticipato di loro costi di produzione e di lavorazione, investendo del denaro e sono rimasti scoperti da qualunque tipo di tutela economica.Bisogna capire che il primo anello delle filiere da riconsiderare è proprio quello agricolo, da cui tutto potrebbe ripartire. Riuscite ad immaginare la filiera saccarifera senza barbabietole?Se nessuno producesse più tali beni nulla avrebbe ragione di esistere.”
Tornando al piano programmatico, anche alla luce del nuovo Governo, sui tavoli romani si stanno definendo assetti e strategie.
“Verissimo. A tal riguardo, in conferenza delle Regioni si discute su aspetti strutturali fondamentali per l’economia futura del comparto agricolo.Come Molise dobbiamo portare avanti con forza la tesi del valore del Titolo Unico, così da aumentare il portafoglio titoli di ogni azienda.
Per i profani?
Si tratta di un valore nominale, unico, una sorta di delta, che disegna una serie di rientri economici ed economie per le attività agricole.Oggi risulta differente tra Regione e Regione, avvantaggiando alcune rispetto ad altre.Con un Titolo Unico, invece, assisteremmo ad una sorta di equivalenza tra tutte le Regioni e considerato il dato di partenza in cui 5 Regioni partono svantaggiate (tra cui il Molise), altrettante hanno un valore più alto della media ed una decina sono in una fascia centrale, la cosa sarebbe realizzabile in quanto a subire un piccolo taglio sarebbero solo le cinque oggi in posizione elevata.Si tratta di una partita tutta politica che dobbiamo condividere e perorare con tutte le nostre forze in qualunque sede.Grazie a tale passaggio si comincerebbero già a vedere risultati concreti sul territorio.”
Tornando alla dimensione Cia, altri 4 anni di lavoro l’aspettano sulla porta.
“Si e sarà il quadriennio del consolidamento della Confederazione.Anni fa, al nostro insediamento, abbiamo anticipato le varie manovre di Spending review, ottimizzando risorse e riassettandoci sul territorio.Oggi abbiamo un unico centro operativo regionale che porta ad un notevole risparmio, supportato dagli uffici territoriali a cui si faceva prima riferimento che vedono erogare servizi altamente professionalizzati con costi contenuti.In virtù di risparmi strutturali abbiamo investito sulla formazione del personale oggi altamente qualificato, aumentando anche il ventaglio dei servizi.Nei prossimi 4 anni puntiamo a stabilizzare questo network, arricchendo ancor di più le attività sul suolo molisano con nuovi servizi a favore delle imprese.”
Direttore, le riconoscono una certa abilità nelle strategie, considerata anche la sua esperienza su base nazionale. Quale potrebbe essere la ricetta del Molise per uscire dalle secche?
Nessuno ha la bacchetta magica. Ho delle mie idee, così come le hanno altri amici e colleghi che operano nel mondo agricolo.Dalla mia posizione non posso che tifare per un consolidamento dell’associazionismo attraverso vere e proprie campagne di sensibilizzazione.Potenzialmente le nostre filiere possono ripartire e tornare ad un livello accettabile e dignitoso dal punto di vista dell’occupazione e della produzione. C’è bisogno che una cultura della cooperazione però, venga indotta, per rinforzare le imprese, abbattendo i costi base di gestione e presentarsi così competitivi sui mercati nazionali ed internazionali.Mi tornano in mente alcuni esempi, con la Dop Olio del Molise, attraverso cui tutti i produttori olivicoli si confrontano sui mercati autonomamente, con gran fatica e spesso bassi risultati.È naturale che rispetto ad un consorzio di grandi dimensioni restiamo pressoché invisibili.Allo stesso modo abbiamo oltre 40 caseifici, con altrettanti marchi, che operano fuori Regione con risultati sicuramente positivi ma che protrerrebbero essere aumentati.Credo che l’unione sotto un unico marchio sarebbe utile e funzionale a tutti. L’unione fa la forza e d adirlo non è Donato Campolieti.”
In due parole, ci sono i presupposti per ripartire?
” Strutturalmente, territorialmente e professionalmente al Molise nulla manca per riprendersi. Naturale che bisogna intervenire su aspetti logistici e strategici, ma in passato abbiamo dimostrato di essere capaci nel fare bene. Con il giusto approccio politico ed un’iniezione di fiducia nel sistema, possiamo ripartire. Ci vuole lavoro e tanta buona volontà. Ed i molisani non peccano certo in queste caratteristiche”.