“L’introduzione di un nuovo reato nel codice penale sarebbe giustificata solo se venisse tipizzato l’elemento psicologico più ricorrente in tali fattispecie (dolo eventuale e colpa cosciente), oggi invece rimessi alla prassi giurisprudenziale mai uniforme sull’intero territorio nazionale. E se così non fosse saremmo di nuovo in presenza di un uso simbolico del diritto penale, figlio della legislazione di emergenza che in passato ha prodotto solo guasti, come ad esempio la Bossi-Fini e la Fini Giovanardi, che non hanno rappresentato la soluzione ai problemi esistenti”: così Danilo Leva componente Pd della commissione Giustizia della Camera, sull’ipotesi di introduzione di un nuovo reato, l’omicidio stradale.
“Ricordo al ministro Cancellieri – aggiunge – che già oggi, con l’applicazione delle circostanze aggravanti, si può arrivare a dieci anni di reclusione. Non è necessario inventare un nuovo reato per inasprire le pene, sarebbe sufficiente un intervento del legislatore teso a limitare o ad escludere un giudizio di bilanciamento tra le circostanze attenuanti e le aggravanti previste dall’art.589 del codice penale.Per quanto riguarda infine la tutela delle vittime, per renderla realmente effettiva, è necessario più che mai prevedere l’obbligo della provvisionale per le vittime di tutti i reati fermo restando, anche in questo caso, che sarebbe giá un importante traguardo rendere piú stringente l’attuale disciplina prevista dall’art.165 del codice penale che subordina la sospensione condizionale della pena al pagamento della somma liquidata a titolo di risarcimento del danno. Norma oggi scarsamente applicata nella pratica quotidiana.Il governo deve agire su tanti fronti, è un dato chiaro e lampante, ma – conclude Leva – fare le riforme non significa fare una gara purché sia. L’ansia da prestazione può produrre effetti boomerang”. ( fonte ANSA).