«C’è un mio amico insegnante, ora in pensione, che ogni qualvolta si trovava ad accogliere gli alunni di prima media raccontava loro una storiella che, pressappoco, recitava così: “Cari ragazzi, se io vi dicessi che l’asino vola, voi pensereste di trovarvi di fronte ad un matto, perché sapete benissimo che l’asino non può volare. Ma se io vi parlassi di qualsiasi altro argomento di cui non siete a conoscenza, voi sareste obbligati a crederci, a prescindere se quanto detto sia vero o falso, perché non avete elementi per comprendere e valutare la correttezza del messaggio. La scuola serve anche a darvi l’opportunità di acquisire quelle conoscenze utili a capire la natura e la ragione degli eventi. Ciò farà di voi persone libere, cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, altrimenti troverete sempre qualcuno pronto a rifilarvi fandonie rispetto alle quali sarete costretti a chinare il capo, non avendo le capacità culturali per replicare. Lo studio non è solo funzionale all’ottenimento di buoni voti, ma soprattutto alla piena realizzazione della vostra personalità. Ricordate, non vi può essere vera libertà senza un patrimonio di saperi”.
Un modo, forse, troppo diretto, ma estremamente significativo, per far comprendere ai discenti la funzione determinante che ha la scuola nel processo formativo ed educativo di quelli che saranno i futuri cittadini del mondo.
Una scuola che non miri a trasmettere verità inconfutabili, guai se fosse così: noli iurare in verba magistri. La funzione dell’insegnamento non risiede solo nella trasmissione delle conoscenze, quanto nella formazione di uno spirito critico che consenta di elaborare i contenuti appresi per la ricerca della verità. Quando, dopo una lezione, uno studente interviene e spiega il motivo del suo dissenso, significa che ha sviluppato senso critico, un buon viatico per il conseguimento dello “scetticismo professionale” che orienterà, poi, il suo lavoro nella società.
L’inizio dell’anno scolastico reca in sé un carico di speranze, le aspettative sono molteplici e non mancano neppure le apprensioni, in particolare da parte di chi si appresta ad intraprendere un nuovo percorso di studi.
È anche la circostanza per riaffermare il ruolo che la scuola deve avere nella nostra società, una scuola inclusiva e globale, sempre più proiettata verso la tecnologia e il digitale. L’innovazione è fondamentale, direi necessaria, ma non può e non deve sostituire il bisogno primario di istruzione e di cultura. Anzi, deve incentivarlo.
Nelle piccole realtà come quelle molisane, la presenza dell’istituzione scolastica è essenziale, rappresenta un notevole e insostituibile presidio di cultura e formazione, è lo snodo attraverso il quale passano il progresso e lo sviluppo delle nostre comunità.
La scuola, come ci ricorda l’articolo 34 della Costituzione italiana, è aperta a tutti. Il diritto allo studio, l’accesso all’istruzione, l’opportunità per capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, di raggiungere i gradi più alti degli studi, devono essere il faro, il punto di riferimento per l’azione di quanti sono chiamati a governare.
Alle studentesse e agli studenti, alle loro famiglie, al dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, ai dirigenti scolatici, ai docenti e al personale ATA delle scuole molisane di ogni ordine e grado, a nome mio e della Regione Molise che rappresento, auguro un proficuo anno scolastico».