Incontro tra le Organizzazioni Sindacali e il Prefetto di Campobasso sulla Privatizzazione di Poste Italiane

 Antonio D’Alessandro, a nome della SLP-CISL Molise, comunica che nella mattinata odierna, le Organizzazioni Sindacali di categoria SLP-CISL, UIL-POSTE, SLC-CGIL e UGL-COM sono state ricevute dal Prefetto di Campobasso. La richiesta di convocazione, avanzata dai sindacati di categoria della regione oltre un mese fa, mirava a discutere gli effetti potenzialmente dannosi che l’eventuale privatizzazione di Poste Italiane potrebbe avere sul territorio.

Durante l’incontro, avvenuto alle ore 10:30, le Organizzazioni Sindacali hanno presentato al Prefetto una situazione estremamente critica, sottolineando l’urgenza di modificare il decreto attuale. Le OO.SS. hanno espresso preoccupazione per le ripercussioni che tale privatizzazione potrebbe avere sui servizi postali, sull’occupazione e sulla qualità del lavoro dei dipendenti di Poste Italiane, nonché sull’accesso ai servizi da parte delle comunità locali, in particolare nelle aree più remote e svantaggiate.

Antonio D’Alessandro ha dichiarato: “È fondamentale che ogni decisione riguardante il futuro di Poste Italiane tenga conto dell’importanza strategica che l’azienda riveste per il Molise e per l’intero Paese. La privatizzazione non deve compromettere l’accessibilità e la qualità dei servizi postali, che sono diritti fondamentali dei cittadini.”

Motivazioni della Contrarietà:

  1. Servizio Pubblico Essenziale: Poste Italiane svolge un ruolo cruciale nel garantire un servizio pubblico essenziale, soprattutto nelle aree meno accessibili del territorio nazionale. La privatizzazione potrebbe compromettere l’obbligo di servizio universale, lasciando le comunità più isolate senza un accesso adeguato ai servizi postali.
  2. Occupazione e Condizioni Lavorative: La privatizzazione potrebbe portare a una revisione delle condizioni lavorative e occupazionali, mettendo a rischio la stabilità lavorativa di migliaia di dipendenti e la qualità del servizio offerto ai cittadini.
  3. Qualità del Servizio: La logica del profitto, tipica del settore privato, potrebbe prevalere sull’interesse pubblico, con il rischio di ridurre la qualità e l’efficienza dei servizi postali, fondamentali per il tessuto economico e sociale del nostro Paese.
  4. Sicurezza dei Dati: Poste Italiane gestisce un’enorme quantità di dati sensibili. La privatizzazione solleva preoccupazioni significative riguardo alla sicurezza e alla privacy di tali informazioni.
  5. Equità Territoriale: La presenza capillare di Poste Italiane assicura equità territoriale e coesione sociale. Una gestione privata potrebbe non garantire la stessa uniformità di servizio, creando disparità tra le diverse aree del Paese.
  6. Non Economicità della Vendita: Poste Italiane è un’azienda che genera utili significativi. La vendita di un’entità profittevole non solo priverebbe lo Stato di una fonte di reddito stabile, ma rappresenterebbe anche una scelta economicamente discutibile, in quanto si disperderebbe il valore accumulato da un’azienda pubblica efficiente e ben gestita.

Le Organizzazioni Sindacali attendono ora un riscontro concreto e si impegnano a continuare il dialogo con le istituzioni per tutelare i lavoratori e garantire la continuità di un servizio essenziale per la collettività.

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