Italia Nostra, Sezioni di Campobasso e di Isernia, hanno inviato una Nota alla
Regione Molise contenente alcune proposte per la individuazione delle aree idonee
e non idonee alla realizzazione di impianti da fonti rinnovabili, atteso che la Regione
medesima dovrà legiferare in tal senso entro il prossimo 2 gennaio (salvo proroghe)
ai sensi del DM 21 giugno 2024.
Le proposte formulate tengono conto dei punti che seguono:
a) la potenza energetica aggiuntiva da FER che il Molise dovrà raggiungere entro il
2030 è pari a ben 1.003 MW;
b) nel rispetto della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030, che prevede un
ampliamento del 30% dell’attuale rete di aree protette attraverso un sistema
integrato di aree protette e di aree della Rete Natura 2000, anche il Molise dovrà
contribuire all’ incremento di tali aree con obbiettivi giuridicamente vincolanti di
ripristino della natura (attualmente solo un misero 1.42% del territorio molisano è
interessato da aree protette);
c) pur prevedendo la normativa in materia la massimizzazione delle aree idonee da
individuare al fine di agevolare il raggiungimento degli obiettivi, vanno comunque
rispettate le esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree
agricole e forestali, della qualità dell’aria e dei corpi idrici;
d) il “Piano Territoriale Paesistico-Ambientale di Area Vasta (PTPAAV)” della Regione
Molise non copre l’intero territorio, lasciando pressoché privo di vincoli una larga
porzione di quello centrale, pur di pregevole interesse ambientale, storico, culturale
e paesaggistico;
e) il “Principio di precauzione”, di cui dovrà tenersi conto, mira a prevenire i danni
ambientali, all’acqua, al suolo ed al paesaggio.
E’ di tutta evidenza che, in assenza di una oculata e responsabile scelta dei siti
da individuare come idonei e non idonei alla installazione di impianti eolici ed
agrivoltaici (in virtù del recente Decreto Agricoltura è vietato il fotovoltaico a terra),
tutto il patrimonio territoriale della nostra Regione sarebbe compromesso e
sicuramente devastato nel paesaggio, nell’ambiente naturale e storico-culturale e
fortemente danneggiato nel settore agricolo e turistico;
Sinteticamente, la proposta di Italia Nostra mira a far dichiarare come NON
IDONEE, tra le altre che sono state dettagliatamente elencate, innanzitutto le zone
tutelate dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, prevedendo (le Regioni ne
hanno facoltà) fasce di rispetto di 7 km dal perimetro dei beni di particolare pregio
e di 1 km per i tratturi.
Come aree IDONEE, con talune limitazioni (ad esempio per terreni irrigui e per
aree destinate ad uso civico), sono state fortemente caldeggiate quelle già previste
ope legis dal suddetto DM; ossia, le superfici artificiali già edificate o urbanizzate,
come le coperture degli edifici, i parcheggi, i siti industriali e artigianali, in
corrispondenza di alcune infrastrutture, in aree dismesse o in altre aree
impermeabilizzate, etc, evitando nel modo più assoluto aree di particolare valore
culturale, naturalistico e paesaggistico e quelle ad esse limitrofe – come peraltro
raccomandato dalle Direttiva (UE) 2018/2001 e da altre leggi regolanti la materia -,
nel rispetto del principio più volte enunciato dalla stessa Direttiva europea della
“MINIMIZZAZIONE degli impatti sull’ambiente, sul territorio e sul paesaggio”.
Onde consentire il previsto coinvolgimento e la partecipazione del pubblico e
delle associazioni ambientaliste al procedimento di individuazione delle suddette
aree, come previsto dall’art. 6 della Convenzione di Aarhus, dalla Direttiva
2003/735/CE e dal Consiglio europeo del maggio 2003, dalla legge 241/1990,
nonchè dal d.lgs 152/2006 in tema di accesso a documenti di carattere ambientale,
Italia Nostra ha chiesto di rendere disponibili tutti i documenti istruttori e pareri
eventualmente redatti e/o acquisiti nel presente ed in futuro, in relazione al
procedimento stesso, chiedendo, altresì, di poter partecipare, con una sua
rappresentanza all’istituendo o già istituito tavolo di lavoro per l’attuazione del DM
21 giugno 2024.
Si auspica, quindi, che la Regione Molise voglia procedere con una transizione
energetica giusta, non oltremodo penalizzante rispetto a quanto già avvenuto ed
improntata alla tutela dell’Ambiente, del Paesaggio, delle tradizioni agroalimentari e
quindi della propria identità culturale, in coerenza con i principi fondamentali della
nostra Costituzione e in contrapposizione ad ogni forma di speculazione.
Avv. Gianluigi Ciamarra
Presidente Italia Nostra Campobasso