Il Tar Molise, con il proprio decreto depositato questa mattina, ha sospeso l’efficacia della Delibera di Giunta 48/2024. La ormai ‘famigerata’ delibera taglia crediti commerciali per la quale tanto ci eravamo spesi, nel vano tentativo di far comprendere a Roberti e alla sua Giunta che l’atto era profondamente sbagliato e per questo andava ritirato in autotutela. Illegittimo, oltre che inopportuno.
Mentre invece la maggioranza, probabilmente per la prima volta nella storia del Consiglio regionale, aveva stravolto la mia mozione in cui si chiedeva il ritiro della 48/2024 e l’aveva approvata a maggioranza, stabilendo, a chiacchiere, solo un rinvio dei termini per la presentazione delle domande.
Confindustria subito dopo di noi aveva redarguito la Regione e impugnato la delibera dinanzi al Tar, contestando l’assurda apposizione di un termine temporale per la presentazione delle domande a pena di nullità (60 giorni) e la ancora più assurda circostanza della rimodulazione percentuali di tutti i debiti della Regione verso le ditte private.
Risultato, il Tar ha sospeso l’efficacia dell’atto, rimandando la trattazione all’udienza collegiale del prossimo 10 aprile, censurando in questa prima fase del giudizio la mancata pubblicità del provvedimento verso i creditori interessati e il rischio di non presentare la domanda nei tempi ristretti stabiliti dall’atto. D’altronde in subordine in Consiglio avevamo ipotizzato anche una sospensione della delibera per evitare lo spirare dei termini, ma neanche questa ipotesi era stata accolta. Difatti il Tribunale statuisce quanto segue.
“Il suddetto ben grave effetto di ‘cancellazione’ dei crediti, per tutti gli aventi diritto che omettano – per le più varie ragioni- la tempestiva presentazione della domanda – scrive nell’ordinanza il Tar Molise – è pertanto destinato a verificarsi comunque prima della Camera di consiglio del prossimo 10 aprile 2024, nella quale la domanda cautelare in esame potrà essere trattata dal Tribunale in sede collegiale”.
Ancora, “Rilevato che la ricorrente, nel far valere l’interesse collettivo dei propri associati a veder garantiti i loro crediti, deduce, accanto a doglianze sostanziali di meno spedita delibazione (investenti precipuamente la normativa statale cui la Regione N. 00073/2024 REG.RIC. intende dare attuazione), anche la più immediata censura di legittimità per cui il provvedimento regionale impugnato non avrebbe formato oggetto né di comunicazioni individuali, né di forme idonee di pubblicità (come prescritto, invece, oltre che dall’art. 8 della legge n. 241/1990, anche dallo stesso art. 1, comma 460, legge n. 213/2023);
Ritenuto che gli elementi esposti giustifichino, dunque, la sospensione interinale dell’efficacia giuridica della clausola della deliberazione della Giunta regionale del Molise n. 48 del 29 gennaio del 2024, confermata dal suo allegato A), secondo la quale “la mancata presentazione della domanda nei termini da parte dei creditori nei termini su indicati determina l’automatica cancellazione del credito vantato”.
In attesa dell’udienza del 10 aprile, dunque, un’altra pesantissima tegola cade sull’operato di Roberti e della sua Giunta, rendendo sempre più evidente a tutti i molisani la profonda incapacità amministrativa del centrodestra, a tutti i livelli. Non riescono a raddrizzare il tiro sulla Sanità, hanno abbandonato i trasporti, sono stati cassati dal Tar sul dimensionamento scolastico, sono favorevoli all’autonomia differenziata della Lega Nord, hanno aumentato le tasse al massimo e ora vengono stoppati anche sui crediti commerciali.
Quanto ancora deve durare l’agonia del Molise?
Micaela Fanelli