Sono vicina e rilancio con convinzione e preoccupazione l’appello della Segreteria provinciale del Partito Democratico di Frosinone per la manifestazione indetta oggi, dinanzi ai cancelli dello stabilimento FCA di Piedimonte San Germano.
Lo faccio in difesa dei lavorati della provincia di Frosinone, ma anche per i tanti addetti allo stabilimento Fiat di Termoli, uniti nel timore per il proprio futuro lavorativo, a causa delle conseguenze che potrebbe avere il provvedimento sull’ecotassa voluto, illogicamente, dal governo gialloverde, che rischia di compromettere gli investimenti previsti in Italia dalla FCA.
Sulla questione, come Consiglieri del Partito Democratico, abbiamo già presentato in Consiglio regionale una mozione per impegnare il Presidente della nostra regione ad attuare ogni iniziativa utile affinché non ci sia danno e nocumento per la FCA di Termoli, ed agli investimenti previsti, ivi incluse le iniziative riguardanti l’eliminazione della cosiddetta “ecotassa”; e a muoversi per la difesa dell’occupazione, della produzione e degli investimenti nello stabilimento FCA di Termoli presso tutte le sedi governative nazionali, attuando tutte le battaglie istituzionali, legislative, impugnative, prese di posizione politiche, anche attraverso la Conferenza Stato-Regioni.
Inoltre, sto contattando le Amministrazioni comunali del territorio, affinché adottino decisioni al riguardo, in linea con quello che stiamo promuovendo a livello regionale; e stiamo valutando con i nuovi soggetti territoriali del Partito Democratico del Molise (ai quali vanno i miei migliori auguri dopo il rinnovo delle cariche), in particolare del basso Molise, azioni da intraprendere, anche d’intesa con i segretari dei sindacati di categoria, per coordinare al meglio tutte le iniziative necessarie.
Perché in gioco non c’è solo il futuro degli impianti produttivi della Fiat, ma l’intero sviluppo economico del Mezzogiorno, messo a rischio da un governo a trazione nordista, che ha già intenzione di “strappare” l’Italia attraverso il regionalismo differenziato, assicurando risorse ed investimenti solo nelle grandi regioni del settentrione.
Non è più tempo di spot ed i fatti parlano chiaro: il Governo dei 5 Stelle e della Lega ha tradito tutte le promesse fatte in campagna elettorale e la maggioranza in Parlamento ha approvato una manovra blocca Italia, che aumenta le tasse, ferma gli investimenti, taglia le pensioni e i fondi per le infrastrutture, la scuola e la cultura. E a pagare il conto più salato, se tutti insieme non riusciremo a fermali, saranno i lavoratori, i pensionati, le imprese.
Micaela Fanelli