Il PD deve rimettere al centro la questione sociale. Appello al popolo di centro sinistra

Luca Palmisciano, tesserato del Circolo PD di Mafalda, componente della Segreteria PD del Basso Molise, affida le sue riflessioni politiche ad una lettera aperta rivolta a tutto il popolo del centrosinistra ed invita a rilanciare una nuova stagione politica.

“Innanzi tutto voglio ringraziare la testata giornalistica che ha accettato di pubblicare questa mia lettera. Ringrazio, inoltre, ogni lettore che dedicherà parte del suo tempo nella lettura della stessa.
Parto da un assunto semplice: il PD è in forte crisi al livello locale e nazionale. E’ in crisi tutto il centrosinistra che ha visto sgretolare i suoi miti ed i suoi modelli. La responsabilità, aldilà del gruppo dirigente, che non è esonerato, va ricondotta a tempi più remoti. Da un decennio, almeno, le scelte politiche e strategiche del centrosinistra, hanno via via allontanato dal loro orizzonte la questione sociale. Sono stati lasciati dei vuoti che hanno aperto strade a nuovi fenomeni politici senza una vera radice identitaria, senza una veduta strategica del futuro ma che, con evidente successo, sono riusciti a far emergere una rabbia per troppo tempo repressa. Resto convinto che il ruolo di una classe dirigente non sia quello di far esplodere rabbia e rancore nella società, piuttosto quello di riuscire a capirli in tempo e adottare misure efficaci per contenerle. Ovviamente ogni schieramento politico con le sue legittime vedute. Il centrosinistra, perché evito di parlare degli altri, non lo ha fatto, o meglio, lo ha fatto in parte ed ha rimandato troppo spesso problemi urgenti che dovevano essere affrontati e risolti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Mi riferisco al lavoro, allo stato sociale, alla sicurezza. Non serve ipocrisia e quindi mi sento di affermare che, a mio avviso, la riforma del mercato del lavoro, non sia stata così dannosa. Ha certamente liberato troppo il lavoro rendendolo oggetto di ricatto, ma era necessario affrontare il tema e scardinare dei sistemi non più adatti al mondo attuale. La sinistra ha sbagliato a non costruire prima gli argini di contenimento di quella riforma. Oggi si può ancora intervenire ma come è noto, non saremo noi a farlo. Paradossalmente il centrosinistra ha fatto la riforma master, gli altri partiti oggi la utilizzano e pongono degli aggiustamenti necessari per renderla socialmente più giusta e fruibile. Aggiustamenti, il più delle volte, suggeriti dallo stesso PD e mai ascoltati nel passato. Un errore, questo, che ci trascineremo per molto tempo e che ci costerà addirittura la rappresentatività storica di uno certo ceto sociale. Questo tipo di errore lo abbiamo ripetuto anche in altri ambiti. Mi riferisco, quindi, alle pensioni, alla sanità, alla scuola, ai giovani, all’immigrazione, alla protezione sociale e fisica, alla pressione fiscale. Abbiamo, in sintesi, affrontato i temi a metà e con una affannosa corsa contro il tempo per raggiungere obiettivi a me sconosciuti e temo sconosciuti anche a chi è stato protagonista di quella stagione. Adesso dobbiamo fare i conti con una nuova fase politica e sociale che ci vede assolutamente impreparati, inermi e incapaci di reagire. L’incapacità attuale è attribuibile esclusivamente alla classe dirigente. Lo dico senza timore e nella certezza di non offendere nessuno. E’ stato dissipato, con riferimento sempre all’ultimo decennio, un patrimonio sociale di inestimabile valore. I partiti di nostro riferimento hanno sempre più accentrato tutto nella mani di poche persone. I cosiddetti eletti, hanno creato una rete di persone, certamente capaci, ma troppo vincolati al personale destino politico della persona di riferimento. Il risultato è che, nella oggettiva difficoltà di accontentare tutti, la maglia della rete è andata via via allargandosi, lasciando cadere pezzi di società, svuotando i luoghi di confronto, costringendo i territori ad un pericoloso silenzio politico in cui non esiste più un autentico momento di dibattito, di informazione, di studio. Il PD ha tirato la volata a questo fenomeno, gli altri partiti hanno seguito la scia. E’ tempo di reagire. Io sono un lavoratore turnista, ho vissuto l’esplosione delle agenzie interinali, sono stato consigliere comunale a Mafalda e dedico tempo al PD affinché possa essere una valida alternativa utile ai territori ed ai cittadini. Non vivo di politica. Questo PD, però, non va bene. Non va bene questo centrosinistra. E’ necessario ripartire dalle piccole cose. Le sezioni, o i circoli, che dir si voglia, o cerchiamo insieme una nuova forma di aggregazione, devono riaccendere il dibattito politico nei loro territori, oggi, alimentato solo durante le campagne elettorali. Niente di più sbagliato. Ricordo ancora con piacere l’esperienza fatta con la mia sezione durante il periodo di minoranza in comune. Non passavano più di tre mesi senza una iniziativa pubblica, che costringeva l’allora maggioranza a riscendere in piazza per rispondere ai nostri attacchi. E’ stato un periodo di crescita per tutti, di dialettica anche aspra ma mai offensiva. Il paese era vivo politicamente perché il confronto veniva costantemente alimentato. Quel modello va riproposto. Ovunque. Per farlo serve innanzitutto una forte motivazione. Serve studiare. Approfondire i temi, analizzarli. Serve rilanciare una proposta alternativa. Serve mettere insieme tutte le risorse, tutte le sensibilità che osservano il centrosinistra e si riconoscono nei suoi valori sociali, democratici ed etici. Non servono grandi leader, servono persone di sintesi e convergenza. Sono ancora giovane, sufficientemente vecchio però per ricordare che il centrosinistra non ha vinto quando era unito; sarebbe folle pensare che possa vincere restando diviso. Nel contesto molisano mi sento di dire che, con la federazione PD del Basso Molise, abbiamo fatto un buon lavoro di organizzazione, di proposta e di sintesi e, ritengo, che da quel laboratorio, possa emergere ancora qualcosa di buono. Sono convinto che sia quanto mai necessario fissare i tempi per un nuovo congresso. Aperto, partecipato, che detti la linea per una sana opposizione e che prepari una nuova classe dirigente alle prossime sfide che non vedo molto distanti. Dissento dall’attuale atteggiamento di critica costante o di rivendicazione delle cose fatte. Non aiuta il PD e tantomeno non aiuta il centrosinistra. Dobbiamo stare sui temi e avanzare alternative percorribili, per recuperare credibilità e rilanciare una nuova stagione politica. E’ necessario avere coraggio e fare appello a quanti vogliano riavviare una azione politica nuova che rimetta al centro innanzi tutto la questione sociale, i valori, l’etica. Resto convinto che la Politica sia ancora indispensabile per la vita pubblica, che la democrazia debba essere preservata e salvata da quotidiani attacchi. Non mi lascio convincere da chi grida più forte e non cedo a chi tenta di giocare al ribasso. Auspico una nuova vita per il centrosinistra e un PD capace di sintetizzarla al meglio”.

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