Il nuovo assegno unico universale penalizza le famiglie non abbienti

Da qualche mese assistiamo a rete unificate al bombardamento mediatico sull’Assegno unico e universale per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni che parte dal 1° marzo 2022.

Ma questi nuovi fantastici benefici economici pubblicizzato dal Governo e dalla Ministra Elena Bonetti, sinceramente non ne vediamo traccia per i lavoratori dipendenti.

L’assegno unico universale dal prossimo 1° marzo sostituisce gli ANF e le detrazioni d’imposta e tutte le altre indennità in essere (bonus bebè ecc. ecc.). Molti lavoratori dipendenti addirittura ci perderanno. Bisogna premettere anche che fino ad oggi i lavoratori dipendenti percepivano direttamente e mensilmente sulla busta paga sia gli assegni per il nucleo familiare (ANF) sia le detrazioni d’imposta sul reddito. Questo portava che per una famiglia media monoreddito di 4 persone con 2 figli minori,  con un reddito annuale lordo intorno ai 20 mila €uro,  fino a febbraio c.a. si prendeva in busta paga circa 367,00 €uro mensili, mentre con l’assegno unico universale a partire dal 1° marzo 2022, anche se percepiranno il massimo di 175,00 €uro per ogni figlio, potranno arrivare ad un massimo di  350,00 €uro mensile, molto meno della situazione attuale e per di più non più mensilmente ma verrà pagata direttamente dall’INPS dopo aver presentato l’ISEE.

Questo comporta che per ottenere l’assegno passeranno alcuni mesi causando enormi problemi ai lavoratori dipendenti per arrivare alla fine del mese.

Parliamo con dati di fatto. Ecco alcuni esempi concreti: Dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022 In base alla tabella 11 dell’assegno al nucleo familiare (ANF) istituito nell’ordinamento italiano dall’art. 2 del D.L. 13 marzo 1988, n. 69, convertito con modificazioni in legge 13 maggio 1988, n. 153 a una famiglia di 4 persone con 2 figli minori e con un reddito tra 19.975,86 a 20.094,04 percepisce 209,58 €uro di ANF. Bisogna aggiungere 158,00 € di detrazioni d’imposta per un totale di € 357,58 mensili. In base al nuovo ordinamento la stessa famiglia con un ISEE fino a 15.000,00 percepirà massimo 350,00 €uro mensili e per cui di meno dell’ordinamento attuale e stiamo parlando di famiglie a bassissimo reddito.

Un altro esempio per una famiglia con un figlio tra i 18 e 21 anni che non percepiva più l’ANF ma percepiva le detrazioni d’imposta pari a 80,00 €uro mensili e con un ISEE di 24.599,27 dal 1 marzo p.v. prenderà di assegno unico universale di €uro 62,00 che sarà comunque inferiore alla situazione in essere.

Sicuramente alcuni nuclei famigliari guadagneranno qualcosa come per esempio i lavoratori autonomi anche se anche quest’ultimi perderanno le detrazioni d’imposta sul reddito e per cui ci sarà qualcuno che ci perde e qualcuno che ci guadagna qualcosa.Non si fa politica sociale a favore delle famiglie togliendo qualcosa a chi ne ha pochissimo a favore di chi ne ha altrettanto pochissimo. Si fa politica sociale come, rivendichiamo da decenni, con la tassa patrimoniale per posizioni superiore ai 700 mila €uro. A questi grossi capitalisti anziché tassarli si premia perché indipendentemente dall’ISEE comunque percepiranno 50,00 €uro per i figli fino a 21 anni e questa è l’ennesima ingiustizia del Governo Draghi/Confindustria a favore dei ricchi a discapito dei non abbienti.

Pasquale Sisto Segretario Regionale PRC

Commenti Facebook