E’ stato reso ufficiale ieri il passaggio della Regione Molise da regione “in transizione” a “meno sviluppata”, nella classifica che stila l’Unione Europea in occasione della presentazione del proprio bilancio pluriennale. Dunque il Molise torna in questo segmento insieme alla Sardegna e vi ritrova Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia.
“Se da un lato questa posizione nella classifica delle regioni potrebbe generare un maggior finanziamento da parte dell’Unione Europea a nostro favore, al fine di ridurre le disparità e riavvicinarci alla media Ue, dall’altro possiamo affermare che il fallimento del Molise è stato praticamente certificato”. Questa la considerazione della Segretaria della UIL Molise, Tecla Boccardo.
“Il declassamento, difatti, avviene in quanto i parametri legati al PIL procapite e al potere d’acquisto sono scesi in maniera considerevole, indubbiamente a causa della chiusura delle poche grandi aziende che qui offrivano lavoro, producevano ricchezza e generavano volumi economici.
Dunque, alla luce di questa “ritrovata collocazione”, nella programmazione 2021-2027 potremo beneficiare di risorse comunitarie davvero importanti. Non una semplice occasione di spesa, ma una concreta opportunità di sviluppo”.
“Ma qui, la seconda nota dolente, prosegue la sindacalista: per quanto cospicue e di utilizzo ampio, saremo capaci di spenderle?
I numeri sono chiari: siamo una regione che i Fondi europei non li spende o non li rendiconta, nonostante attraverso un loro utilizzo cadenzato e continuo, avremmo tratto benefici economici e soprattutto sociali.
Oggi, invece, siamo ancora in crisi, con le vertenze aperte, con salari tra i più bassi d’Italia, che fanno il paio con pensioni bassissime.
Allora, cominciamo a correre su ciò che resta della programmazione 2014-2020, aumentando la nostra capacità progettuale e la relativa spesa, incentivando gli investimenti.
Ma soprattutto, alla luce di questa notizia, facciamoci trovare pronti per il prossimo ciclo, sperando che questa piccola Regione, attraverso somme che saranno probabilmente di diverse centinaia di milioni di euro, possa tornare a vivere serenamente e camminando sulle proprie gambe”.
“Siamo dinanzi a una nuova opportunità, conclude Boccardo, e non sfruttarla la massimo, sulla base di un progetto solido e percorribile, davvero significherebbe voler male a questa terra.”