Il 2 giugno del 1946 i cittadini italiani lacerati da un lungo e tragico conflitto mondiale, con una decisione sentita ed accorta, sancirono il passaggio dell’Italia dalla Monarchia alla Repubblica.
Una scelta che portava con sé il desiderio e le speranze di un popolo che chiedeva nuove e migliori condizioni di vita, progresso civile e pace; desideri e speranze che i nostri “ padri costituenti” raccolsero ed elevarono a legge fondamentale della nostra Nazione.
Il mio augurio, in questa giornata in cui celebriamo la “Festa della Repubblica”, è che tre parole fondamentali della nostra Costituzione, “lavoro”, “giustizia” e “pace” diventino, non solo per il nostro Paese ma per tutto il Mondo, i primi ed imprescindibili obiettivi di ogni atto istituzionale, politico e sociale.
Dobbiamo seguire l’insegnamento di quegli italiani che, negli anni difficili dell’immediato dopoguerra, non si fecero sottomettere dalle avversità, dalle fatiche e dalle sofferenze e proseguirono nella ricostruzione di una Italia libera e democratica, da lasciare alle future generazioni nel segno dal progresso economico e civile,.
Anche noi, oggi, stiamo attraversando momenti difficili: la mancanza di lavoro, una profonda e vasta crisi economica, la complessa gestione di poderosi e tragici flussi migratori, un preoccupante decadimento di valori etici e sociali, rendono, sempre più diffuso un senso di avvilimento collettivo che soffoca ogni tentativo di reazione.
Oggi come allora abbiamo bisogno di reagire, con forza ed entusiasmo.
Oggi come allora dobbiamo produrre un grande sforzo collettivo per superare le difficoltà di fronte alle quali questo periodo storico ci sta ponendo.
Oggi come allora, quindi, siamo chiamati ad uno sforzo comune, che sappiamo di essere in grado di produrre, per far comprendere nei fatti, alle giovani generazioni, cosa debba intendersi per “unità nazionale”, e quali siano veramente i valori e gli ideali nei quali si riconosce il Popolo italiano.
È questo il senso e le ragioni per le quali lo stesso Parlamento italiano ha voluto ripristinare, nel 2001, questa Festa Nazionale, sottolineandone, giustamente, l’alto valore istituzionale, perché non si dimentichi che la nostra libertà di oggi è il frutto del sacrificio di tanti uomini e donne di ieri e, per il rispetto che dobbiamo a loro e a noi stessi, abbiamo il dovere di difendere gli ideali di libertà, giustizia ed eguaglianza, profondendo ogni nostro possibile sforzo alla ricerca della crescita sociale, del progresso e del bene comune.
Con la convinzione che sapremo fornire le giuste risposte, animato da una immensa fiducia nel popolo italiano, auguro a tutti i molisani e a tutti gli italiani Buona Festa della Repubblica.