Il Gruppo PD annuncia odg contro la direttiva europea sulla violenza di genere

Un’occasione storica persa per tutelare e proteggere le donne a livello europeo.

Nella giornata di ieri, a Bruxelles è stato raggiunto l’accordo sulla direttiva contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, ridimensionando e indebolendo il testo proposto nel 2022, che prevedeva il reato europeo di stupro in caso di rapporto sessuale senza violenza. È passato il principio giuridico, che però non è stato formalizzato in reato, impedendo così all’Unione Europea di essere legalmente competente a trattare questi casi.

Anche i reati on line contro le donne ne escono fortemente ridimensionati, così come l’impianto generale del testo, “spuntato” in questo modo degli strumenti per reprimere all’origine – e non dopo aver causato il danno – ogni forma di violenza contro le donne.

Nei giorni scorsi diverse associazioni italiane avevano lanciato una petizione (https://chng.it/hPqHXPVgpw è possibile ancora la sottoscrizione), sostenuta anche dal Partito Democratico, chiedendo al Consiglio europeo di non approvare il testo da cui era stato stralciato quel principio, ma in sede di trattativa, hanno prevalso interessi nazionali retrogradi e antistorici, con il Governo italiano, guidato da una donna, che non è riuscito a – o non ha voluto – opporsi con tutto il proprio peso politico, dimostrando ancora una volta di non essere affatto dalla parte dei più deboli e delle donne in particolare.

Silente, come sempre, resta anche la Giunta regionale di centrodestra tutta al maschile del Molise, – afferma la consigliera regionale Micaela Fanelli – mentre altre regioni hanno già proposto e approvato nei propri Consigli Regionali atti che impegnano il Governo a non liquidare la questione con un’alzata di spalle, ma a continuare ad esercitare pressione sul Parlamento e la Commissione europea.

“Come gruppo consiliare del Partito Democratico – ha detto il Consigliere Micaela Fanelli –  annunciamo il deposito di un ordine del giorno affinchè la Giunta agisca presso la Presidenza del Consiglio, il Governo, nonché in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome e i parlamentari europei, per esprimere totale contrarietà alla Direttiva, sia in fase di approvazione definitiva (prevista in plenaria ad aprile) sia tornando a presentare, in sede di revisione, un testo in cui sia contemplato il reato europeo di stupro senza consenso, così come quelli legati alle molestie sessuali nel mondo del lavoro, la mutilazione genitale intersessuale e le sterilizzazioni forzate da imporre in tutti i Paese dell’UE, per ottenere, finalmente, un’adeguata protezione alle donne e agli altri soggetti deboli.

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