Una pagina di storia sconosciuta, tornata alla luce in questi giorni grazie ad un giornale di quartiere a Roma (“AppiOH”) e all’associazione “Forche Caudine”, che proporrà al VII Municipio l’apposizione di una targa. Protagonista una giovane molisana a Roma, Maria Di Salvo, nata a Salcito il 6 aprile 1899 da Giovanni Di Salvo e Giuseppina Di Giorgio, abitante in via Tuscolana 42, presso piazza dei Re di Roma.
E’ la fine di marzo del 1944, sono 203 giorni che Roma è occupata dai tedeschi. Sono trascorsi appena cinque giorni dall’attentato di via Rasella e quattro dall’eccidio di rappresaglia delle Fosse Ardeatine ed il clima è particolarmente teso. La giovane molisana, definita “sovversiva” nei verbali delle forze dell’ordine nella retorica del periodo fascista, probabilmente una partigiana, è vittima di un conflitto a fuoco con la polizia in via Orvieto, non molto lontano da casa. Resta ferito anche un poliziotto. Lei viene colpita alla testa, è grave. Condotta all’ospedale San Giovanni, vi morirà poco più di due ore dopo il fatto.
La vicenda è emersa proprio dai verbali del noto ospedale romano, dove compaiono anche i nomi delle guardie che accompagnarono la salcitana nel nosocomio (Michele Brilli e Guglielmo Franci), la targa del veicolo (Roma 73204) e il numero del referto (2838). Una vicenda fino ad oggi ignota, raccontata nello scarno linguaggio burocratico del mattinale di polizia al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni, data 28 marzo 1943, quattro giorni dopo il massacro delle Ardeatine.
Il quotidiano L’Unità, allora clandestino, pubblicò la notizia che su un muro di via Orvieto qualcuno aveva sfidato il coprifuoco per scrivere in vernice bianca, a poche ore da quel decesso: “A Roma tutti eroi. Morte ai fascisti e ai tedeschi”. Maria “la molisana” per più di qualcuno era stata un’eroina.
Il delitto politico di Maria “la molisana”, 75 anni fa una pagina di storia a Roma
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