Desolante e disarmate. Non può definirsi in altro modo la manovra di bilancio che si appresta ad essere discussa la prossima settimana in Consiglio regionale.
Non c’è visione, priva di spazi finanziari, piena zeppa di debiti, già bocciata da tutti.
Avremo tempo nel corso della prossima settimana di sviscerare e comprendere nel dettaglio ogni singolo aspetto dei documenti contabili e nonostante l’oggettiva difficoltà di programmare alcunché, tenteremo ugualmente di proporre emendamenti utili ad indirizzare Bilancio e Regione verso la coerenza contabile, nel rispetto dei diritti dei cittadini e delle vocazioni del territorio.
Lo faremo già domani, ad iniziare dal Documento di Economia e Finanza, sul quale, con uno specifico emendamento, propongo, una volta per tutte, di stabilire quali siano le vocazioni turistiche del Molise, definendo le basi strategiche partendo dalla conoscenza del nostro patrimonio territoriale, per la realizzazione di un’offerta integrata con la partecipazione attiva della popolazione locale e soprattutto nel rispetto delle vocazioni ambientali.
Cioè, tutto il contrario dell’atteggiamento assunto dal Presidente Toma sulla questione South Beach.
Perché, come ho già avuto modo di dichiarare, questo progetto non rappresenta solo una questione ambientale, ma anche economica, politica e culturale, che cambierebbe per sempre il volto di una zona bellissima, già protetta da numerosi vincoli nazionali ed europei, ma senza concrete potenzialità imprenditoriali. E la mia, non è una posizione preconcetta verso gli investimenti esteri, tutt’altro. Ma il progetto South Beach, così come è stato presentato, è una proposta che di imprenditoriale non ha nulla e di utile per il Molise ancora meno.
Per questo in consiglio porremo la questione e chiederemo il voto su un emendamento di programmazione che dice esattamente questo. Non vogliamo che il paragrafo sugli indirizzi turistici si ponga contro le nuove frontiere del turismo moderno, che ai giganteschi complessi residenziali preferisce luoghi dove ritrovare lo spirito e le vocazioni naturali dei territori. Su questo si misurano le capacità di Toma in tema di programmazione per lo sviluppo. Così, dopo aver fallito in tema di pandemia, dopo aver incassato la prima bocciatura dei revisori dei conti sul bilancio previsionale, cioè aver incassato la più grave delle bocciature contabili, si passa a far fallire anche la programmazione per lo sviluppo turistico.
L’esempio forse oggi più calzante dell’incapacità dell’attuale governance politica regionale di immaginare, progettare e dirigere il futuro del Molise, così come desolatamente certificato dai tre maggiori documenti contabili (Defr, Legge di Stabilità e Bilancio Pluriennale) incapaci di risolvere i problemi esistenti, di assicurare i diritti minimi di cittadinanza e di agganciare il Molise alla ripresa economica del Paese già in atto.
Le premesse per il tracollo ci sono tutte, e la cosa più triste è che Donato Toma e la sua maggioranza di centrodestra, se non si fermeranno, non faranno da argine, ma da detonatore.
Micaela Fanelli