Guerriero Sannita: “Il Governo Regionale prosegue con misure inique che non guardano il bene comune”

Il Movimento regionale del Guerriero Sannita ha ritenuto di organizzare una conferenza stampa davanti alla mensa della Caritas, in cui possono trovare accoglienza persone  dignitose, molte delle quali, fino a qualche tempo fa, conducevano una vita normale con il proprio onesto lavoro e che, a causa della crisi che ci attanaglia, hanno perso il posto di lavoro e grazie alla Chiesa, unica Istituzione più delle altre, tante persone possono soddisfare il loro bisogno primario, quello di mangiare un pasto caldo.

Una crisi sociale molto accentuata nel Molise, più che nelle altre regioni. Sono sotto gli occhi di tutti le aziende a partecipazione regionale chiuse, come pure le tante piccole e medie aziende; numerosi i cassintegrati, i dipendenti in mobilità, molti i giovani e meno giovani che emigrano per trovare un futuro più solido altrove.
Eppure, mente la crisi imprenditoriale, sociale e umana imperversa, lunedì, presso il Consiglio regionale del Molise, il Presidente Frattura esporrà la proposta di legge di stabilità regionale 2015, parte della quale dedicata al sistema previdenziale contributivo dei consiglieri regionali.
Un ‘sistema’, questo, che non si chiamerà più vitalizio – abolito nel 2012 dal Governo di Michele Iorio – anche se nella sostanza nulla cambia: ogni consigliere regionale, con soli 5 anni di mandato amministrativo, riceverà la sua pensione al compimento dei 65 anni di età e, per ogni anno di mandato consiliare oltre il quinto anno, l’età pensionabile sarà diminuita di un anno, con il limite dei 60 anni, a fronte dei 66 anni e tre mesi – ai quali aggiungere l’adeguamento alla speranza di vita -, previsti dalla Legge Fornero per tutti gli altri lavoratori in genere.
La quota di contributo a carico del consigliere regionale per ottenere la pensione è pari al  20%   dell’indennità lorda di carica che ammonta a circa 6000 euro pro capite, per un totale di 1200 euro; quella a carico del Consiglio regionale e, quindi, del cittadino contribuente è al 40%. In definitiva, la quota mensile  che versa la Regione per ogni singolo consigliere è di 2400 euro, quella per tutti i consiglieri ammonta a  50.400 euro mensili e a 604.800 euro annui.
Nelle Legge regionale del 2012 non era contemplata la quota contributiva spettante alla Regione, come al solito migliorativa quando riguarda la classe politica.
L’attuale proposta di legge, invece, prevede, per i consiglieri regionali che siedono a Palazzo Moffa e che hanno già maturato il vitalizio, anche la quota  con il sistema contributivo, riferita agli ulteriori anni di mandato consiliare esercitato, a partire da questa legislatura.
In breve saranno loro devoluti vitalizio e pensione.
Pensione per la quale la Proposta di legge prevede, inoltre, l’applicazione della disciplina della reversibilità, in vigore per gli assegni vitalizi.
Tale proposta ha avuto già il voto favorevole dalla maggioranza del “Molise di Tutti” all’interno della prima Commissione consiliare – Ordinamento ed organizzazione amministrativa -, con l’unico voto contrario del consigliere Angiolina Fusco Perrella.
Il Movimento regionale del Guerriero Sannita,  firmatario del programma elettorale del Centrosinistra, ritiene che ciò non rappresenti il “Molise di tutti”,  ma, forse, un Molise per pochi.
Nel programma elettorale del Centrosinistra era previsto il dimezzamento delle indennità dei Consiglieri regionali e ci si auspicava, per lunedì, la discussione della proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta da circa 6000 cittadini molisani, avente ad oggetto il dimezzamento delle indennità economiche dei consiglieri regionali, punto cardine della campagna elettorale del Presidente Paolo Di Laura Frattura. Eppure tale proposta giace, indiscussa, da quasi un anno e mezzo; evidente è la volontà di non dibatterne ed ancor più chiaro è che la stessa non conviene a nessuno.
Tutto ciò, a parere di questo Movimento, è sintomo di mancanza di rispetto nei confronti del cittadino, delle Istituzioni e della nostra Carta Costituzionale. Ciò rappresenta un’umiliazione inferta allo strumento della democrazia diretta, nella quale i cittadini, in quanto popolo sovrano, sono direttamente legislatori e amministratori del bene pubblico.
Il Movimento regionale del Guerriero Sannita si dissocia da questa politica che tanto dice e poco fa e che sicuramente non incarna quel “Molise di tutti” da tutti auspicato.

 

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