La proposta di legge di stabilità regionale sul sistema previdenziale contributivo dei consiglieri regionali, che contempla anche la reintroduzione del famoso “vitalizio” che il Governo Iorio nel 2012 aveva abolito, ha avuto già il voto favorevole dal Vice Presidente della Commissione consiliare – Ordinamento ed organizzazione amministrativa, Cristiano Di Pietro, nella Commissione medesima. Quel Cristiano Di Pietro che denunciava politicamente la casta, durante le Amministrative regionali con il “Molise di tutti” , per i troppi benefici economici. Lo stesso che non perdeva occasione di farsi paladino, pubblicamente, del dimezzamento delle indennità dei consiglieri regionali, minacciando politicamente, se questa non vi fosse stata, l’uscita del suo Movimento dalla maggioranza, dopo i primi 100 giorni di Governo Frattura.Ebbene, ad oggi, Cristiano Di Pietro, non solo non è uscito dalla coalizione, ma non ha neppure sottolineato la necessità di discussione di una proposta di legge di iniziativa popolare, sottoscritta da circa 6000 cittadini, che chiedono il dimezzamento delle indennità, suo cavallo di battaglia politica. Un voto favorevole alla reintroduzione del vitalizio, quello di Cristiano Di Pietro, dunque, espresso nella consapevolezza che il doppio dei contributi per ottenere il vitalizio sono a carico della Regione e, quindi, del cittadino contribuente -per lo meno i contributi per i vecchi vitalizi venivano pagati dai Consiglieri- e nella consapevolezza, inoltre, che i suoi colleghi di Palazzo Moffa, che hanno già maturato il vitalizio, percepiranno anche la pensione. Pertanto, è con molta probabilità altresì cosciente, Di Pietro, della sua incoerenza politica e del fatto che questa politica non rappresenta il “Molise di tutti” tanto auspicato, ma solo un Molise per pochi.
Oggi nulla più accomuna politicamente Cristiano Di Pietro e il Guerriero Sannita, nonostante le tante battaglie che il Movimento ha portato avanti nel passato, convinto di quei valori che tanto venivano sbandierati, evidentemente solo a parole ma non nella sostanza. L’unica cosa che li accomuna è l’appartenenza alla Polizia di Stato, ma bisogna dire che gli uomini delle Forze dell’Ordine, anche con quaranta anni di servizio sotto al sole, al freddo, alle intemperie, di notte e in orari più disparati al fianco del cittadino, non riescono a percepire il cospicuo vitalizio con il sistema previdenziale contributivo che il loro collega, con solo sette-otto anni da consigliere regionale, avrà a fine del mandato, se tale proposta passa all’esame del Consiglio regionale.
Il Presidente Regionale del Guerriero Sannita
Giovanni MUCCIO