Gravina (M5S): Le difficoltà finanziarie non si trasformino in emergenza idrica e nella privatizzazione dell’acqua

Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Roberto Gravina, interviene sulla crisi idrica che ha colpito Campobasso e la regione Molise, evidenziando come la questione sia frutto di una combinazione di problemi strutturali, finanziari e gestionali che coinvolgono diversi attori. «Non possiamo ridurre il tutto solo a una emergenza puramente idrica. Quella che stiamo affrontando è una crisi che intreccia inefficienze gestionali e difficoltà economiche», spiega Gravina.

Gravina chiarisce le funzioni e le responsabilità dei soggetti coinvolti nella gestione del sistema idrico molisano, partendo da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), l’ente che stabilisce i regimi tariffari per l’acqua e altri servizi essenziali e proseguendo con EGAM (Ente di Governo Ambito Molise), che ha il compito di pianificare gli interventi e determinare la Tariffa Unica per l’acquisto e la vendita dell’acqua.

Gravina sottolinea come proprio i ritardi di EGAM nell’adeguamento delle tariffe abbiano contribuito ad aggravare la situazione finanziaria di Molise Acque, che si trova costretta a operare con una tariffa non adeguata ai crescenti costi industriali, in particolare quelli energetici.

Molise Acque, l’azienda regionale che si occupa della captazione e adduzione dell’acqua fino ai serbatoi comunali, si trova in gravi difficoltà finanziarie anche a causa di crediti non riscossi da GRIM (Gestione Risorse Idriche del Molise), la società consortile che gestisce la distribuzione dell’acqua dai serbatoi comunali alla rete idrica e fognaria. 

«Molise Acque lamenta giustamente debiti significativi, ma va anche detto che GRIM, nata solo da poco più di due anni, ha dovuto affrontare difficoltà iniziali legate alla gestione di una rete vecchia e inefficiente, ereditata dai comuni, con problemi di perdite non solo su Campobasso, come qualcuno vuole far credere. È giusto ricordare che i comuni, con le risorse che hanno avuto a disposizione fino all’avvento di Grim, riuscivano a malapena a fare le riparazioni. E non dimentichiamo che anche i depuratori richiedono attenzione se non vogliamo trasformare il nostro mare (e i nostri laghi) in un immondezzaio», osserva Gravina.

GRIM ha accumulato ritardi nei pagamenti a Molise Acque, anche a causa di lungaggini burocratiche e problemi legati ai trasferimenti informatici da parte dei comuni, ma recentemente ha versato circa 5 milioni di euro su un totale di 12 milioni di debito accumulato. «Questo dimostra che GRIM sta cercando di regolarizzare la situazione, ma ci sono responsabilità diffuse», aggiunge Gravina. 

«Molise Acque ha scelto di ridurre il flusso idrico non solo e non tanto per una carenza reale di risorsa, cosa del resto che indicano gli stessi dati, ma per risparmiare sui consumi energetici delle pompe di sollevamento che portano l’acqua dalle sorgenti del Biferno al serbatoio di Monteverde», spiega Gravina.

«I dati ufficiali indicano che la portata delle sorgenti del Biferno è sì ridotta, ma non in modo così drammatico da giustificare razionamenti tanto severi. Stando alle dichiarazioni rese sempre da Molise Acque, al 31 luglio si avevano 1800 l/s (contro i 2100 l/s del 2022) e il dato sarebbe lo stesso anche a distanza di quasi due mesi, visto che in seguito alla riunione convocata dal presidente Roberti il 21 settembre (sacrosanta e doverosa decisione), dopo il disastroso stop idrico delle 15 senza opportuno preavviso, Sabatini dichiara che le sorgenti riescono ad erogare solo 1800 l/s a fronte di una portata “normale” di 2800. 

Quindi, sempre a detta di Sabatini, la riduzione del flusso su Campobasso dipenderebbe, da un problema di risorsa. 

Se però si guardano i dati ufficiali di Molise Acque, nel 2022, stesso periodo, le sorgenti erogavano 1550 l/s (1600 nel 2020 e 1700 nel 2021), con delle fluttuazioni più marcate a causa dell’avvento delle piogge del periodo. Ecco, dunque, allora, che parlare di emergenza idrica è giusto ma non nei termini che ci viene raccontato. In parole povere, sicuramente la situazione richiede attenzione ma giustificare il razionamento idrico su Campobasso esclusivamente per questo, è a dir poco riduttivo».

Gravina sottolinea, inoltre, l’importanza del nuovo acquedotto molisano centrale, che trasporta l’acqua del Biferno fino alla costa molisana. «Prima della sua costruzione, la diga del Liscione era la principale fonte idrica per il basso Molise, e oggi il suo livello è ancora buono. Forse sarebbe utile sfruttare l’invaso del Liscione per compensare le risorse mancanti dalle sorgenti», propone Gravina, spiegando che l’acqua del Biferno potrebbe essere risparmiata per servire le aree più interne del Molise, mentre il Liscione potrebbe sopperire alle esigenze della costa.

Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle richiama anche la giusta attenzione sulla necessità di un intervento strutturale e sulla gestione pubblica dell’acqua. «L’acqua è un bene prezioso e non possiamo permettere che sia oggetto di speculazioni o interessi privati. La creazione di GRIM, pur con i suoi limiti iniziali, è stata una scelta obbligata – qualcuno forse fa finta di non ricordarlo – perché a partire dal 2022, tutti i fondi Pnrr e quelli statali per finanziare la risorsa idrica (compresa la depurazione) sono destinati obbligatoriamente ad un gestore unico, che nel nostro caso è totalmente pubblico (e la Regione Molise non può fare diversamente rispetto ai fondi di propria gestione). Grim ha commesso errori al pari di altri soggetti che vantano una storia lunghissima e non sempre gloriosa (Molise Acque) ma appartiene ai sindaci e quindi ai cittadini. Allo stesso tempo, Molise Acque deve efficientare i propri sistemi di sollevamento e investire nella produzione di energia elettrica pulita ma è chiaro che ha bisogno di risorse e di scelte ponderate».

Gravina conclude lanciando un avvertimento: «Non si usi questa storia per annientare Grim e per indorare la pillola dell’ingresso del privato. Si badi, non è una questione ideologica, come qualcuno vuole narrare, ma il bene acqua può e deve fare a meno del profitto del privato. L’acqua deve restare pubblica e serve un soggetto unico che gestisca l’intero ciclo idrico in modo trasparente ed efficiente, unendo le professionalità già esistenti in Molise Acque e GRIM. Solo con investimenti significativi e una gestione oculata possiamo garantire che il Molise affronti le sfide legate ai cambiamenti climatici e che i cittadini non siano più costretti a subire razionamenti improvvisi».

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