Si è svolta ieri, in Consiglio Regionale, la discussione sull’interrogazione presentata dal consigliere regionale Roberto Gravina (Movimento 5 Stelle) in merito alla riduzione del flusso idrico a Campobasso, avvenuta per la prima volta nei giorni tra il 10 e il 12 maggio 2024. Nel suo intervento, Gravina ha evidenziato le gravi lacune che vi sono state in quell’occasione sia nella gestione delle risorse idriche, sia nella comunicazione ai cittadini, e ha contestato la narrazione emergenziale che ancora si continua a fare ma che non trova supporto nei dati ufficiali.
«Campobasso è rimasta senza acqua tra il 10 e il 12 maggio senza alcuna comunicazione chiara e precisa», ha dichiarato Gravina, ricordando che solo dopo quell’importante riduzione mal comunicata, Molise Acque ha iniziato a comunicare più dettagliatamente le riduzioni del flusso idrico. «Finalmente, proprio dopo le nostre osservazioni e le nostre azioni in Consiglio regionale, nelle settimane a seguire di quell’evento, abbiamo iniziato a vedere, da parte di Molise Acque, delle comunicazioni con indicazioni precise sul giorno.»
Gravina ha poi analizzato lo stato dell’emergenza idrica, esprimendo perplessità sui dati forniti dalle autorità competenti. «Non si capisce neanche se i dati che circolano rispetto all’emergenza idrica sono ufficiali o ufficiosi. Anche oggi in Consiglio regionale è stato ammesso che il tutto è nato, nel maggio di quest’anno per l’appunto, come un’emergenza di carattere finanziario, per poi trasformarsi, a detta di Molise Acque, in emergenza idrica. Ma stando ai dati forniti dalla stessa Molise Acque e quindi non dal sottoscritto, se andiamo a vedere lo storico, tutta questa emergenza non la registriamo e, a questo punto, vanno anche resi pubblici chiaramente questi famosi dati. È di oggi la notizia, data dal presidente di Molise Acque, in un’intervista, che al 2024 fino a ieri, la portata delle sorgenti del Biferno è di 1050 litri al secondo. Ebbene, dai grafici di Molise Acque discussi durante l’Audizione in Commissione, si legge che nello stesso periodo dell’anno 2022 (anno simile al 2024, quindi) c’erano 1190 litri al secondo contro i 1050 di oggi. Parliamo quindi di una differenza tutt’altro che abissale rispetto al passato, ma poi, soprattutto, Molise Acque afferma anche che, in questo periodo, di solito abbiamo di media 3000 litri al secondo, cosa che, invece, sempre dai dati dei grafici ufficiali, non risulta, perché queste sono cifre che solitamente si registrano, negli anni, nei mesi che vanno tra febbraio e giugno.
Si aggiunga, altresì, come già ricordato nei giorni scorsi, che all’indomani della riunione voluta dal Presidente Roberti, Molise Acque aveva dichiarato che al 20 di settembre le sorgenti portavano un’acqua pari a 1800 litri al secondo e, lo ribadiamo, basta guardare i dati per vedere come nello stesso periodo, nel 2020, c’era meno acqua, così come pure nel 2021 e, nel 2022, c’erano addirittura 1550 litri al secondo.
Come mai, quindi, proprio quest’anno abbiamo assistito, per la prima volta, a interruzioni del flusso idrico a Campobasso, nonostante una maggiore disponibilità d’acqua rispetto al passato nel periodo appena trascorso?»
Gravina pur ha ribadito che il problema principale risiede in una cattiva gestione e una scarsa manutenzione delle infrastrutture, unite a una comunicazione che si è rivelata lacunosa ed inefficace. «Il punto su cui riflettere è dato dal fatto che per 30 anni Campobasso non ha mai vissuto una situazione del genere, nonostante la stessa rete idrica obsoleta. Sicuramente – ha aggiungo Gravina – va fatto appello a tutti, cittadini e imprese, per un uso assai parsimonioso della risorsa, che purtroppo, in assenza di precipitazioni, continua a ridursi.»
Gravina ha concluso chiedendo maggiore chiarezza e responsabilità da parte di tutti e ha annunciato nuove interrogazioni per verificare l’esistenza di un piano di emergenza adeguato e per chiarire il ruolo di tutti gli attori coinvolti nella gestione dell’acqua in Molise: «Esiste un piano di emergenza della gestione del sistema idrico? Questa ora è la domanda che poniamo, perché non è possibile che ci si alza la mattina, si fa un comunicato e si rende noto che abbiamo una riduzione delle sorgenti e per questo dobbiamo ridurre il flusso idrico. È ora di concentrarsi su un piano strutturale e trasparente per la gestione delle risorse idriche. La protezione civile dovrebbe essere coinvolta in questo processo e servono risposte precise su come intendiamo affrontare queste criticità nel lungo periodo».