Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Roberto Gravina, interviene sulla recente vicenda riguardante l’ex Roxy e le dichiarazioni del candidato sindaco di Campobasso del centrodestra, Aldo De Benedittis, e del presidente della giunta regionale, Roberti. Questi ultimi, tornando sui propri passi, hanno annunciato che l’ex Roxy sarà la sede del Consiglio regionale e che non si edificherà sul terreno dell’ex Romagnoli, come invece era stato indicato nella delibera di giunta regionale pubblicata nel mese di settembre del 2023.
«Le scadenze elettorali sembrano avere qualcosa di magico per il centrodestra molisano, che in queste occasioni è capace di dire tutto e il contrario di tutto per semplici interessi di casacca,» dichiara Gravina. «È sorprendente come, alla vigilia delle elezioni, si assista a repentini cambi di posizione che però, una volta passate le elezioni, rischiano di essere altrettanto repentini. Speriamo che questa volta, dopo le consultazioni elettorali, non vi siano ulteriori e improvvisi cambi d’opinione o giri di valzer e che, soprattutto, si avvalorino le facili promesse di giornata di oggi con atti ufficiali».
Gravina sottolinea inoltre l’importanza di ascoltare la popolazione prima di fare annunci politici, una pratica ignorata dagli esponenti del centrodestra, compresi i consiglieri comunali uscenti, che avevano precedentemente avallato la scelta della giunta regionale di edificare sull’area dell’ex Romagnoli. «La comunità ha sempre espresso in modo forte e chiaro la propria contrarietà alla cementificazione dell’area dell’ex stadio Romagnoli, ritenendo necessario per Campobasso la conservazione a verde di quella zona».
Riguardo le risposte che a suo tempo la Regione Molise fornì dopo l’interrogazione presentata da Gravina sulla delibera di giunta che prevedeva l’alienazione dell’ex Roxy, il consigliere evidenzia: «Già allora nella risposta scritta all’interrogazione non venne dato riscontro certo rispetto al tema più importante che veniva posto e che non era tanto la vendita dell’immobile dell’ex-Hotel Roxy – attraverso l’inserimento nel bando Invimit per il quale avevamo comunque suggerito un percorso diverso prevedendo, fin troppo facilmente che il tutto sfociasse in un nulla di fatto come è stato – ma quello della scelta fatta dalla giunta regionale di ignorare il concorso di idee bandito dalla Regione nel 2014, progetto che andava a tutelare l’area verde dell’ex stadio Romagnoli, che ad oggi con la Delibera approvata, viene, invece, individuata come sede sulla quale sorgerà la sede del Consiglio regionale».
Nelle dichiarazioni del consigliere Gravina viene evidenziata l’assoluta mancanza di coerenza all’interno delle diverse anime del centrodestra regionale e comunale. «Le idee espresse in comunicati e dichiarazioni alla stampa sono spesso in netto contrasto con quelle attuali, smentendosi reciprocamente. Inoltre, è significativo che il presidente Roberti non abbia risposto all’invito del Consiglio Comunale di Campobasso nei mesi scorsi per discutere in una seduta monotematica su cosa la Regione volesse fare dell’area dell’ex Romagnoli».
«La città di Campobasso e con essa l’amministrazione comunale in questi ultimi cinque anni ha avuto modo di conoscere solo in modo indiretto ciò che la Regione Molise a guida centrodestra pare avere in animo di portare avanti su quell’area. L’intera città di Campobasso ha notato come, senza alcun motivo logico, non si sia voluto condividere nulla di queste intenzioni né con la parte che amministra il capoluogo di regione né tantomeno con la cittadinanza che vive e chiede da anni chiarezza alla Regione Molise sugli intenti e le destinazioni previste per quell’area posta nel cuore della città. In Consiglio regionale faremo grande attenzione a come poi questo progetto della costruzione della nuova sede verrà attuato e a come lo si intenderà finanziare, visto che di fatto riprende vigore l’ipotesi che un privato costruisca e che la Regione paghi praticamente questo intervento rateizzandolo attraverso un progetto di finanza molto oneroso per l’ente. Meglio sarebbe, invece, cercare di trovare una strada comune, in partnership con l’amministrazione cittadina, per un edificio a totale funzione pubblica, limitando il più possibile l’ausilio del privato», aggiunge Gravina.
In definitiva, Gravina conclude: «Ciò che emerge dopo la dichiarazione e la marcia indietro di De Benedittis è che il centrodestra naviga a vista su temi sui quali avrebbe fatto meglio a confrontarsi direttamente con le altre istituzioni e i cittadini del capoluogo di regione, magari sin da subito, lontano dalle sirene ammalianti delle campagne elettorali».