Le ultime novità in merito alla vendita del Gemelli stanno tenendo banco in questi giorni dopo l’emergere chiaro, per l’opinione pubblica, di quelli che sono stati i movimenti, tenuti riservati fino all’ultimo momento, intorno a ciò che si era deciso e che rischia di essere attuato.
Anche il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, che già qualche giorno fa aveva espresso la volontà di essere messo direttamente a conoscenza della questione da chi di competenza, ha voluto ribadire, con una più ampia riflessione, la necessità di aprire un confronto serrato e immediato sul tema.
“Le recenti notizie provenienti dal mondo sanitario locale e i risvolti che queste potranno avere sull’organizzazione sanitaria cittadina e regionale impongono una svolta. – ha detto Gravina – Una svolta che forse andava gestita diversamente da chi siede ai tavoli della programmazione sanitaria regionale e nazionale.
Il recovery plan, lo sappiamo tutti, è una delle tante occasioni che la pandemia, nella sua tragedia, ci sta offrendo; e sappiamo altrettanto tutti, che tra le misure previste c’è il potenziamento delle strutture sanitarie, duramente messe alla prova dalla Covid.
La fragilità del nostro sistema sanitario regionale, del resto, era già evidente prima. – ha spiegato il sindaco di Campobasso – Fragile nell’organizzazione territoriale, fragile nella sua struttura finanziaria.
Siamo una regione che, come tante altre, ma forse più di altre, ha realizzato un’organizzazione/offerta sanitaria che attraverso la contribuzione pubblica, consente al privato di fare impresa sfruttando le inefficienze (spesso volute e pianificate) della sanità pubblica.
Ed è così che sorprende molto la “latitanza” della politica regionale, nonché quella della struttura commissariale, sul tema “Gemelli s.p.a.”. Eppure, in un sol colpo, se si volesse, si potrebbe rimediare a tre aspetti non secondari: la distribuzione delle risorse pubbliche ai privati convenzionati (tra cui Gemelli); l’offerta sanitaria pubblica;l’edilizia sanitaria.
Bisognerebbe verificare immediatamente – qualora non lo si fosse già fatto – quanta spesa sanitaria viene assorbita dal mondo Gemelli e quindi quanta automaticamente verrebbe “recuperata” al bilancio regionale.
L’offerta sanitaria pubblica, poi, fatto non secondario, ma anzi determinante, potrebbe avere un nuovo assetto che finalmente potrebbe superare le grosse criticità e i grossi squilibri che oggi si hanno.
Infine, ma non da ultimo, si potrebbe superare la scriteriata idea di “integrazione pubblico-privato” di qualche anno fa, potendo risolvere anche il grave problema dell’edilizia sanitaria e dell’urgente bisogno di dotare la città di Campobasso e la regione, di una struttura sanitaria più moderna e sicura.
Insomma, i grandi assenti – ha sottolineato Gravina – ad oggi sono la Regione Molise e la struttura commissariale o, qualora si siano mossi, nessuno ne è a conoscenza, quindi, da un lato ci sono silenzi imputabili alla politica regionale, dall’altro alla politica nazionale.
Ecco perché chiediamo un confronto serio e trasparente, che provi a “pubblicizzare” il Gemelli, stando alla larga da aspetti gestionali e professionali per evitare che anche quella che oggi è una struttura di qualità possa lentamente diventare un ulteriore sacca di inefficienza.
La appena costituita Consulta della Sanità della città di Campobasso, già interessata, potrà e darà un contributo utile sul tema. Ma importante sarà anche ciò che potrà mettere in campo il Comitato sindaci, – ha aggiunto Gravina – al quale chiederò di intraprendere, per il tramite del presidente Saia, una immediata operazione informativa e conoscitiva su quanto sta accadendo per rendere l’intero dibattito maggiormente trasparente verso i cittadini molisani.
Auspichiamo – ha concluso Gravina – che la Regione recuperi il tempo perso. Ne vale della sopravvivenza di un sistema per il quale tutti i molisani ed i campobassani ripongono ancora una esile speranza che qualcosa possa cambiare. In meglio, ovviamente.”