Le speculazioni in corso sul prezzo del grano mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende cerealicole in Molise, aggravando la dipendenza dall’estero. A lanciare l’allarme è la Coldiretti Molise puntando il dito contro le importazioni di prodotto dalla Turchia e dalla Russia che stanno mettendo in ginocchio i produttori dello Stivale, dove le quotazioni sono scese ampiamente al di sotto dei costi di produzione.
“Occorre un impegno immediato per sostenere le aziende agricole italiane, portando a 30 milioni di euro la dotazione del Fondo nazionale per i contratti di filiera del grano – afferma il Presidente regionale di Coldiretti, Claudio papa – lavorando per prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la legge di contrasto alle “pratiche sleali”.
Al tavolo ministeriale Coldiretti ha anche ribadito la necessità di dare avvio immediato a “Granaio Italia”, con una costante analisi dei prezzi e l’aumento dei controlli, senza le sanzioni a carico degli agricoltori nella gestione dei registri sburocratizzando le procedure, con una spinta che deve venire dalla piena operatività della Commissione unica nazionale (Cun) grano duro, ma anche dalla promozione della pasta 100% italiana sostenendo l’intera filiera.
Dopo che nel 2023 sono arrivati quasi 900 milioni di chili di grano russo e turco, un’invasione mai registrata nella storia del nostro Paese, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga, il Tmo, l’ente statale turco per i cereali, avrebbe bandito – sottolinea Coldiretti – una nuova gara internazionale per la vendita e l’esportazione di ulteriori 150 milioni di chili di prodotto, con il termine fissato allo scorso 11 marzo per la presentazione delle offerte. Un vero e proprio fiume di prodotto che, aggiunto a quello di grano canadese arrivato a superare il miliardo di chili, ha impattato sui prezzi del grano nazionale, praticamente in caduta libera.
“Le aste turche del frumento affossano ancora i prezzi del nostro grano, con il crollo delle quotazioni che perdono altri 25 euro a tonnellata in 10 giorni ed il prezzo del grano fino che scende ancora a 335euro a tonnellata a Bari, mentre nei porti pugliesi continua il via vai di navi mercantili provenienti dalla Turchia.
Le navi raggiungono i porti pugliesi anche con triangolazioni attraverso altri porti intermedi, cariche di grano estero che sta facendo crollare i compensi riconosciuti agli agricoltori, scesi rispetto allo scorso anno di oltre il 60%, in netta controtendenza rispetto all’aumento dei prezzi di vendita della pasta in crescita al dettaglio”, denunciano il Presidente ed il Direttore di Coldiretti Molise, Claudio Papa e Aniello Ascolese.
Si tratta di valori che – rileva la Coldiretti – portano la coltivazione sotto i costi di produzione, rendendola di fatto antieconomica ed obbligando le aziende agricole a porre fine alla produzione, soprattutto nelle aree interne senza alternative produttive. Un abbandono dei terreni che pesa anche sull’assetto idrogeologico del Paese – conclude Coldiretti – aprendo al rischio di desertificazione.