Dopo la pubblicazione del comunicato stampa dove Giuditta Lembo, Consigliera di Parità della Regione Molise, attacca l’ex Direttore Generale della Protezione civile architetto Giuseppe Giarrusso, in merito ad una vicenda che coinvolge la sorella della stessa Consigliera, l’architetto ci ha contattati chiedendo la possibilità di intervenire e dare la propria versione dei fatti.
Architetto nel comunicato viene messa in discussione la decisione della scelta della assenza in Commissione d’esame delle donne.
“Esattamente, ma vorrei precisare che tutto ciò che dico è verificabile tramite atti scritti, io sono abituato a parlare con in mano i documenti. Per prima cosa la Consigliera di Parità dice che tra i suoi compiti c’è il dovere di tutelare la presenza delle donne nelle Commissioni di esame, ma non è così.
La legge istitutiva che regola i rapporti dei Consiglieri di Parità parla della presenza in Commissione d’esame di un terzo dei consiglieri di sesso femminile “laddove è possibile”, questo la consigliera molisana non lo evidenzia, ciò significa che dove non è possibile non è obbligatorio, le posso citare una sentenza del Tar Lazio 12.01.2007 in cui si legge ” Il mancato rispetto dell’obbligo di nominare componenti della commissione di sesso femminile non incide sulla validità della procedura concorsuale, in quanto la ratio sottesa è quella di collocare le donne in processi decisionali (come la procedura valutativa di un concorso pubblico) e non quella di evitare discriminazioni rispetto ai concorrenti”, e non è l’unica. Quindi la tempestività della Lembo è quantomeno strana, perchè è stata avanzata solo per l’Agenzia di Protezione Civile, inoltre questa legge si applica per gli Enti e per i Comuni e l’Agenzia non è nè l’uno nè l’altro, oltre al fatto che la legge parla di Enti o Comuni con un numero di dipendenti superiori a 100 unità”.
La Legge 23 novembre 2012, n. 215, ha introdotto l’obbligo per le pubbliche amministrazione di inviare alle Consigliere di Parità gli atti di nomina delle commissioni di concorso. L’Agenzia come ha dichiarato non è un Ente ma questa richiesta è stata inoltrata?
” La Legge 23 novembre 2012, n. 215 ha introdotto importanti novità in materia di rappresentanze di genere negli organi esecutivi degli enti locali e nelle commissioni di concorso. L’articolo 5, modificando il D.Lgs. 165/2001 attribuisce alle Consigliere di parità ulteriori ed importanti funzioni di vigilanza e di verifica in merito alla composizione delle
Commissioni d’esame relative a bandi di concorso indetti dalle pubbliche amministrazioni, questo per evidenziare che la Legge la conosco, si comunicazioni da parte mia sono state fatte, seppur non ero tenuto, ma ho agito in trasparenza. L’obbligo della Consigliera di Parità non è solo quello di vigilare ma anche di fornire indirizzo e aiuto, abbiamo chiesto di indicarci donne da inserire in Commissione, ma la risposta non è mai arrivata, non ci è stata segnalata nessuna possibile consigliera”.
Nel comunicato della Consigliera Lembo si fa riferimento specifico anche ad una questione “privata”.
” Si, io non ho amnesie, come dice la Lembo, per quanto riguarda la questione che tocca la sorella della Consigliera di Parità. La signora in questione, in seguito all’alluvione del 2003 è stata assunta per chiamata diretta, senza concorso, alle dipendenze del Commissario delegato, è entrata in amministrazione senza concorso, e le è stato più volte rinnovato il contratto, sempre senza concorso, fino alla istituzione dell’Agenzia con la Legge regionale 12 del 2012 , che prevedeva nelle more delle procedure selettive per le coperture dei posti di poter utilizzare, sempre nelle more, ossia fino a quando non si facevano i concorsi, la necessità non il dovere, utilizzare il personale presente. Quindi quale è la mia colpa? Quella di aver esercitato una possibilità che avevo? Non ho rinnovato il contratto anche ad altra persona, ma questo è stato omesso. Viene detto anche che la sorella della Consigliera ha dovuto accettare un accordo bonario con l’Agenzia, se era nel giusto perchè non ha fatto causa allora? Una verità ce non è stata detta è che la signora è stata riammessa mentre altri lavoratori sono ancora in causa, perchè?”.
Si parla anche di un presunto mobbing, cosa risponde?
” In effetti questa è una situazione spiacevole, devo dire che non è la prima volta che mi viene fatta dalla stessa persona accusa di mobbing, per ben due volte la sorella della Consigliera si è rivolta al giudice accusandomi di mobbing, ebbene le due denunce sono state archiviate perchè non sono state ritenute valide, le prove che sono state portate in discussione sono risultate solo pretesti facilmente dimostrabili. Io ero direttore generale dell’Agenzia e non responsabile d’ufficio del personale, quindi persona che dava compiti direttamente a lei o ad altra dipendente, come avrei potuto fare mobbing ? Gli ordini di lavoro venivano dati ai dipendenti da altre persone non da me, per cui da dove viene tutto questo accanimento nei miei confronti? Questo vorrei che mi venisse spiegato, al posto delle accuse. Ho fatto denuncia alla Procura della Repubblica per mettere fine a tuto questo. Poi mi chiedo non ci sono conflitti di interesse nel caso della Consigliera di parità e della situazione della sorella? Le domande me le pongo io, vorrei anche sapere come ho fatto ad infangare l’Ufficio della Consigliera di Parità, credo che l’ufficio e la Consigliera siano cose diverse, o lei si identifica con tutto l’Ufficio ?”.