La gestione dell’emergenza sanitaria in Molise somiglia sempre più ad un incontro pugilistico tra i soggetti chiamati a garantire le cure ai cittadini: Regione, Asrem e struttura commissariale. I molisani sono stanchi di questi giochi e, in tutta franchezza, lo siamo anche noi. Non è più il momento del braccio di ferro, è ora che ci si sieda attorno ad un tavolo per trovare le soluzioni più efficaci per la tutela della salute pubblica.
Il Molise – si legge nella nota stampa dei portavoce M5S in Consiglio regionale – non uscirà dalla pandemia grazie ai progetti più o meno mirabolanti, alle ristrutturazioni annunciate 10 mesi fa e mai finite, ai Covid hospital di cui si parla tra un attacco e l’altro, ma che non vedono la luce. In ultimo, arriva l’idea di allestire strutture mobili all’esterno dei nosocomi: cerchiamo di non confondere le esigenze di Protezione civile, che giustificano l’uso di ospedali da campo in caso di emergenze sismiche, con la gestione della pandemia in corso. Immaginate quanto possano soffrire i pazienti Covid, i medici e gli infermieri se costretti in reparti di terapia intensiva allestiti in strutture mobili o container, per intere settimane, tanto in inverno che in estate.
In tutte le altre regioni d’Italia – continua la nota- sono stati prontamente individuati degli ospedali dedicati alla sola gestione dei pazienti Covid, ad alta o bassa intensità, lasciando gli altri nosocomi liberi di curare tutte le altre patologie. In Molise l’unica strada percorsa è stata quella di rinunciare all’ospedale più importante, l’hub regionale.
Il Cardarelli è stato dedicato, di fatto, alla sola gestione dei pazienti Covid, non senza delle evidenti lacune. I cluster diffusi nella struttura stanno ulteriormente complicando la già drammatica situazione. Il risultato? In Molise si muore di Covid, anche in giovane età e senza patologie pregresse. Ma si muore anche perché si rinuncia a curarsi, nel caos generale.
Le possibili soluzioni sono sotto gli occhi di tutti: basterebbero pochi e rapidi interventi per sfruttare i 10.000 metri quadrati del Vietri di Larino come struttura Covid a bassa intensità, senza cercare improbabili accordi con le strutture private per i tanto attesi Covid hospital, senza rimettere in discussione quanto deciso finora. A torto o a ragione. Basterebbe ottimizzare le strutture ospedaliere già operative per distribuire, seguendo una logica ben precisa, i pazienti Covid e non Covid.
Basterebbe, in definitiva, mettere da parte i protagonismi e le divergenze iniziali per trovare soluzioni condivise e realistiche. Ora diciamo davvero basta: Toma e Florenzano smettano di fare la guerra a Giustini. I tre – chiude la nota – si devono mettere al lavoro nel solo interesse dei cittadini molisani, o sarà davvero troppo tardi.