Ortis e Di Marzio hanno presentato u’interrogazione al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, sull’annosa questione della frana di Petacciato, una delle più grandi e pericolose d’Europa, per evitare che si verifichi un ennesimo dispendio di soldi pubblici.
È quanto presentato dai portavoce al Senato del Movimento 5 Stelle, Fabrizio Ortis e Luigi Di Marzio, su una questione di rilevanza nazionale che interessa tutte le infrastrutture di comunicazione della fascia adriatica coinvolte dallo smottamento (autostrada A14, strada statale 16, ferrovia Adriatica).
“Nel 2002 – spiegano i senatori – era stato redatto un progetto di intervento di risanamento, elaborato da una commissione tecnico-scientifica nominata dal Governo, incaricata di studiare la frana in collaborazione con società Autostrade, Ferrovie dello Stato e Regione Molise. Nonostante l’imponente lavoro svolto, trasmesso al Comune di Petacciato e alla Regione, lo stesso non ebbe seguito, anche a causa di nuove emergenze che funestarono la regione Molise in quelli anni, come il devastante sisma di San Giuliano di Puglia. Da allora – continuano Ortis e Di Marzio – la Regione riprese in mano la situazione solo nel 2009 ma con un progetto, costato 2 milioni di euro, che si rivelò totalmente inadeguato, visto che, appena 6 anni dopo, un ennesimo smottamento distrusse le opere, consistenti in inutili gradoni di terreno a valle del centro storico”.
Si arriva al 26 luglio 2016, data in cui fu firmato a Campobasso – tra l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri e il Presidente della Regione Molise – il cosiddetto Patto per il Molise, nel quale furono previste opere di consolidamento idrogeologico del versante nord di Petacciato. Il totale di previsione di spesa fu di 44 milioni di euro, di cui 41 a valere su fondi del Ministero dell’Ambiente.
“Da quali atti e documenti progettuali furono derivate stime dei costi e modalità attuative delle opere è tuttavia ignoto – sottolineano i portavoce al Senato del Movimento – Soprattutto, il finanziamento dilazionato comportò il declassamento di un intervento con caratteristiche di necessità ed urgenza a uno di ordinaria amministrazione. Nel 2018, infine, il presidente Toma viene nominato commissario di governo con compiti di “mitigazione” della frana secolare. Compiti ai quali, finora, non sembra affatto voler assolvere, in barba ai cittadini molisani che egli dovrebbe rappresentare”.
I fondi ammonterebbero a 41 milioni di euro, 14 dei quali già stanziati per il primo dei quattro lotti previsti: di qui la “richiesta – concludono Ortis e Di Marzio – di sapere a quale progetto preliminare si faccia riferimento, da chi sia stato messo a punto, a seguito di quali indagini e studi, e se sia stato reso pubblico. Non possiamo tollerare che il progetto si riveli l’ennesimo spreco di soldi pubblici”.