Il 23 novembre 2021, l’Agenzia nazionale per la coesione territoriale ha pubblicato un bando per la valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie. Il governo ha deciso di destinare circa 250 milioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza a questi progetti, considerati ‘interventi speciali per la coesione territoriale’.
Obiettivo dell’iniziativa è la riqualificazione di almeno 200 beni immobili confiscati, purché essi siano già stati destinati, con specifico provvedimento del Consiglio direttivo dell’ANBSC (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), al patrimonio disponibile dei Soggetti istituzionali proponenti.
Uno strumento concreto, dunque, a disposizione di aree affette da gravi criticità sociali, economiche e ambientali, a causa della presenza pervasiva della criminalità organizzata. Le risorse del Pnrr dovranno servire per interventi di riqualificazione urbana, mediante innovativi sistemi di gestione del territorio e attraverso la realizzazione di piani integrati di sviluppo locale, come ad esempio il social housing in tema di politiche abitative.
Ma è anche un’occasione per potenziare i servizi pubblici di prossimità e i servizi di cittadinanza, agevolando la creazione di attività economiche nel settore della cultura, del sociale e del turismo, ovvero in quei comparti capaci di ridurre l’isolamento tipico delle zone colpite dalle infiltrazioni malavitose. In altre parole, si possono utilizzare queste risorse per riqualificare aree e immobili da destinare all’edilizia popolare o alle tante associazioni in attesa di una sede.
Dovrebbe essere ormai chiaro, almeno dopo la pubblicazione nel settembre 2020 del Rapporto della ‘Commissione speciale, a carattere temporaneo, di studio sul fenomeno della criminalità organizzata in Molise’, che la nostra regione non è estranea a questo tipo di problemi.
Infatti, durante le Audizioni della Commissione, che ho avuto l’onore di presiedere, è emerso che sul nostro territorio sono presenti ben 11 beni confiscati alla criminalità organizzata, nei Comuni di Campomarino, Cantalupo nel Sannio, Venafro, Vinchiaturo e nei due capoluoghi di Provincia, Campobasso e Isernia.
Sarebbe perciò opportuno che i Sindaci di questi Comuni si attivassero immediatamente per partecipare all’Avviso pubblico, così da ottenere risorse importanti per la crescita dell’intero Molise.
Attenzione però, perché la scadenza è vicina: i progetti dovranno essere presentati entro il prossimo 24 gennaio. Auspico allora che ci sia un’immediata interlocuzione, che parta dai Sindaci oppure dalle Prefetture di Isernia e Campobasso e arrivi all’ANBSC, di cui è responsabile il Prefetto Bruno Corda.
Insieme, questi soggetti istituzionali possono individuare velocemente gli interventi e le procedure migliori per inviare le candidature in tempi rapidi. I tempi sono ristretti, ma alcuni progetti di valorizzazione possono essere ancora inseriti, se si convoca con urgenza un Tavolo Tecnico specifico.
Queste azioni nel solco della legalità e questi fondi costituiscono un’opportunità che il Molise non può e non deve perdere.