“Sarò convintamente in piazza il 15 marzo per sostenere il progetto europeo, ma
attenzione alle scelte in corso per la difesa. Sono particolarmente contraria all’uso dei Fondi della
Coesione per il riarmo. Lascio da parte le questioni etiche e le valutazioni di geopolitica, non è
questa la sede, e faccio un ragionamento pragmatico e di difesa degli interessi nazionali. L’Italia
sarebbe danneggiata più di ogni altro paese. E i Comuni più di tutti. Per questo dico no”. Così
Micaela Fanelli, consigliera regionale e delegata all’Europa per ALI (Autonomie Locali Italiane), nel
giorno cruciale per le decisioni del Consiglio UE e per la visita in Italia del Vicepresidente Fitto.
Il Consiglio UE straordinario vara il Piano per il riarmo e lo sviluppo della Difesa
europea (riARM), che prevede l’utilizzo di fondi e l’assunzione di nuovo debito per finanziare
diversi interventi nel settore della difesa. Fanelli, delegata all’Europa di ALI, si concentra su un
punto cruciale: “Voglio parlare di un aspetto particolare, quello che avverto più importante per i
Comuni: i fondi della coesione. La Politica di coesione è la principale politica europea destinata ai
territori e agli investimenti per la crescita economica, lo sviluppo, l’occupazione, il welfare e gli
interventi a maggiore impatto per gli stessi. Togliere risorse alla coesione significa quindi
danneggiare prioritariamente i Comuni. Dico, attenzione massima! Ci sono alcuni argomenti che si
stanno usando per chiedere questo sacrificio, come il ritardo nella spesa dei fondi, ma ogni
assenso va bilanciato fortemente con contropartite su altre voci e senza promesse scritte con
l’inchiostro simpatico. Un semaforo verde senza altre prospettive sarebbe un grave errore. Lo dico
nel giorno in cui Fitto è in Italia per ascoltare. E allora ci ascolti!”.
Fitto, Vicepresidente della Commissione, incontra i sindaci dei principali Comuni, tra
cui Manfredi, Gualtieri e Lo Russo. Per questo motivo, ALI ritiene fondamentale far sentire la
propria voce.
“Ribadisco la mia ferma convinzione e sostegno al potenziamento del Progetto europeo e pertanto
sarò il 15 in piazza insieme a tanti, tantissimi che hanno raccolto l’invito dei sindaci, perché
bisogna difendere la pace e la democrazia, particolarmente esposte alle recenti tensioni
internazionali, scaturite dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e dalle modifiche di
posizione in politica estera espresse dal neo-presidente degli Stati Uniti, Donald Trump”, ma,
prosegue Fanelli, “esprimo fortissima preoccupazione rispetto alla individuazione delle fonti
finanziarie individuate per far fronte a tali emergenze”.
Uno dei punti più controversi del documento riARM riguarda i fondi strutturali, tra cui FESR, FSE
Plus, FEASR, SFOP e altre risorse della coesione. L’Italia, essendo il principale beneficiario di questi
fondi, si troverebbe a essere anche il primo finanziatore delle nuove spese militari.
Essendo tali fondi destinati al riequilibrio territoriale, il loro definanziamento finirebbe per
compromettere il ruolo chiave dell’UE nella riduzione delle disuguaglianze, nel rilancio della
competitività e nel supporto alle complesse transizioni energetiche, ambientali, digitali e
demografiche in corso. Questo avrebbe un impatto particolarmente grave sulle aree più
svantaggiate, come il Sud Italia e le zone interne del Paese, che richiedono maggiore attenzione e
investimenti.
“I Comuni italiani, tra i principali beneficiari delle politiche di coesione e tra i più efficienti
utilizzatori, si trovano già ad affrontare difficoltà legate ai ritardi nella spesa dei fondi – prosegue
Fanelli –. L’avanzamento medio della spesa è attualmente sotto il 5%, ma ciò è dovuto a molteplici
fattori, tra cui la sovrapposizione delle fonti finanziarie, le modifiche del contesto economico e
l’aumento dei prezzi. Tuttavia, storicamente l’Italia ha sempre raggiunto gli obiettivi di spesa,
evitando disimpegni significativi.
Per questo motivo, chiediamo che si tenga conto di tutti questi elementi per minimizzare il
sacrificio finanziario imposto alla coesione nell’attuale fase di riprogrammazione in favore delle
politiche di difesa. Inoltre, chiediamo forti e sicure garanzie di compensazione su altre voci di
bilancio.
Infine, poniamo l’attenzione su un’ulteriore questione di fondamentale importanza: la prossima
formulazione del nuovo Quadro finanziario pluriennale dell’UE (QFP), prevista entro luglio 2025. Le
emergenze attuali non devono distogliere l’attenzione da questa scadenza cruciale. Chiediamo
dunque al Vicepresidente Fitto e, attraverso lui, alla Commissione Europea, di garantire che il
pilastro della coesione non venga penalizzato. Il futuro QFP – conclude Fanelli – dovrà preservare
l’attuale volume finanziario dei fondi di coesione e potenziarne la gestione efficace”.