Fondi di coesione 2021-2027, per le aree interne del Molise la svolta alla quale tutti stiamo lavorando

“Più centralità alle zone interne, maggiore peso per le Regioni. E misure che vadano verso un’economia green e circolare. E il Molise potrà avere da tutto questo vantaggi senza fine. Dobbiamo solamente farci trovare pronti”: è il commento di Andrea Di Lucente, presidente della Prima Commissione (competente sulle politiche europee) del consiglio regionale del Molise dopo l’approvazione a Bruxelles del regolamento sui fondi di coesione per il 2021-2027.


“Saranno 1,5 miliardi di euro quelli destinati ai piccoli comuni e alle aree interne. Si tratta di una misura di estrema importanza per aree del paese (come una larga fetta del territorio molisano) che lottano per accedere ai servizi essenziali, per sopravvivere a una crisi che li ha schiacciati. Il nuovo interesse che l’Unione Europea ha per le aree interne e per il loro sviluppo, testimonia come sia necessario che la crescita sia diffusa e non riguardi pochi, specifici posti. Anche il rifiuto che il Parlamento europeo ha posto davanti alla necessità di legare i fondi di coesione al raggiungimento di target economici è un’ulteriore nota positiva: ribadisce come la coesione debba essere reale e improntata alle necessità dei territori piuttosto che al ritorno economico che le misure adottate porteranno.


Dopo anni di austerità, l’idea di rimettere in moto il motore dell’Europa è chiara. E passa attraverso le zone periferiche, quelle che soffrono di più la differenza economica e di servizi rispetto al cuore dell’Ue.
Anche i vincoli legati all’economia green potranno essere un’ulteriore svolta positiva per il nostro territorio, già per natura votato ad una coabitazione virtuosa con l’ambiente. Non potranno essere finanziate infrastrutture come gli aeroporti oppure misure legate all’utilizzo di carbone e benzina. Largo, quindi, all’economia circolare e a quella sostenibile.


Infine, il Parlamento Europeo ha deciso di spostare l’attenzione dal livello nazionale a quello regionale, fornendo a questi ultimi enti la possibilità di avere maggiore voce in capitolo su loro stessi e sulle scelte di sviluppo per i loro territori. Insomma, a partire dalle Regioni, per il prossimo quinquennio saranno 270 i miliari di euro da impiegare per plasmare un’Europa che sia ad un’unica velocità”.

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