Per festeggiare degnamente l’Europa bisogna sentire il dovere di battersi per cambiarla. È questa la sfida che ci attende nei prossimi anni. Quella di riportare l’Ue sulla strada tracciata dai padri fondatori, meno burocratica e più vicina ai cittadini. Se oggi l’Unione fatica a risolvere i problemi che l’affliggono è perché troppo spesso si è sacrificato l’interesse generale sull’altare dei singoli egoismi nazionali.
È una verità che va detta in tutta franchezza. L’Europa ha certamente davanti a sé enormi difficoltà e sfide importanti, ma anche grandi risorse e nuove opportunità. I muri, l’individualismo esasperato e le soluzioni nazionalistiche lasciano il tempo che trovano: non è spostando indietro le lancette della storia che consegneremo alle future generazioni una Ue più forte e coesa. Oggi più che mai, nel giorno della Festa dell’Europa, abbiamo il dovere di ricordare che l’Unione Europea non può ridursi al ruolo di semplice comprimaria ed immobile spettatrice di un mondo in rapida evoluzione. È questa la lezione più grande della dichiarazione pronunciata da Robert Schuman sessantasei anni fa all’avvio al processo di integrazione tra Stati europei: un’Unione non soltanto strumento di pace tra i popoli, ma laboratorio permanente di innovazione politica e conquiste democratiche”.
Questo il messaggio di Aldo Patriciello, europarlamentare di Forza Italia e candidato alle elezioni europee del prossimo 26 maggio, in occasione della ricorrenza della Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, Festa dell’Europa.