“Una scelta insensata e scellerata che di fatto chiude la nostra principale stagione lavorativa ancor prima di aprirla. Ripartire il 15 giugno con green pass e tetto al numero degli invitati si puo’ tradurre banalmente con un invito agli sposi a rinviare per l’ennesima volta le nozze, come sta gia’ accadendo in questi minuti. Con conseguenze devastanti per gli operatori economici del nostro settore. Hanno deciso che siamo noi gli untori, negando la realta’: una realta’ che parla di banchetti mascherati da pranzi al ristorante, di feste vip che si sono tenute e si terranno, di concerti con migliaia di persone. Il problema, secondo gli scienziati e i governanti, sono i nostri eventi. Il problema, secondo noi, e’ il loro distacco dalla realta’. Ci tengono fermi per altri mesi? Stanzino fondi adeguati o possono scordarsi ogni scadenza fiscale”. Cosi’ la presidente di Federmep Serena Ranieri commentando le indiscrezioni sulla data di ripartenza del settore wedding. “Abbiamo proposto protocolli di sicurezza e piani di riaperture progressive; abbiamo messo a garanzia la nostra professionalita’ e dato la nostra disponibilita’ a trovare una soluzione in grado di conciliare le esigenze sanitarie con quelle degli operatori economici e degli sposi. In Francia, in Spagna, in Portogallo i matrimoni sono gia’ consentiti, qui si rimanda di un mese. Ci fa male dirlo, perche’ il nostro lavoro e’ anche valorizzazione delle eccellenze italiane, ma oggi ci rammarichiamo di non essere francesi, spagnoli o portoghesi”, conclude Ranieri. (ANSA).
“Come al solito – dice Mauro Di Salvatore capo delegazione Federmep Molise – il nostro settore è quello meno considerato nel panorama italiano. Eppure, a detta dello STATO, il nostro è uno dei settori che fattura di più, è uno di quei settori che, solo in Molise, vanta ben 21.000 codici ateco, è uno di quei settori che portano gioia e felicità. Allora dobbiamo pensare che lo Stato non ci vuole felici e non ci vuole nemmeno a lavoro. Quanti “Sposi” decideranno di sposarsi con la spada di Damocle sulla testa per un tampone che potrebbe costare l’intera giornata? Il nostro protocollo ha funzionato bene, anzi benissimo, nella simulazione di Bari della scorsa settimana che ha evidenziato come, anche in questo momento storico molto particolare, i matrimoni possono essere fatti con le dovute precauzioni. Il problema è e resta uno: al governo, purtroppo, non ci sono partite IVA, non ci sono persone che capiscono cosa voglia dire il nostro lavoro, lavoro fatto di tanti sacrifici, di rinunce, di programmazione, di notti insonni e tanto altro. In questi mesi (15 mesi senza lavorare) non abbiamo detto nulla, siamo stati al nostro posto, abbiamo cercato di essere pro-attivi dando SUPPORTO a chi ci governa ed oggi? Oggi siamo ancora qui a leccarci le ferite di una guerra tra poveri in cui si contano “morti” sia per questo maledetto virus e sia perché siamo tutti allo stremo e abbiamo finito i risparmi. A questo punto che possiamo fare noi del settore se non bloccare le nostre partite IVA oppure non pagare le Tasse oppure… oppure non sappiamo davvero cosa fare, come comportarci. Quello che sappiamo per certo è che ci saranno altre telefonate di “sposi” che ci sposteranno le date e, cari governanti, possiamo venire a casa vostra a mangiare?”