Siamo entrati – dopo un sofferto, lungo ma necessario periodo di crisi emergenziale sanitaria – nella cosiddetta fase 2: gli ultimi dati relativi alla pandemia testimoniano un netto miglioramento tra contagiati e guariti e soprattutto si è allentato il dato statistico relativo ai decessi. Non ci sono più pazienti in terapia intensiva e sono una decina i ricoverati in Malattie infettive. Un primo passo, certo, ma confortevole. Ma si è aperto un altro periodo emergenziale, quello che riguarda il tessuto economico della regione, ed è importantissimo che tutti facciano nel modo migliore la propria parte, a partire dalle Istituzioni.
Ritengo che non sia davvero più possibile permettere che il Consiglio regionale del Molise abdichi alle proprie funzioni per travestirsi da mero ratificatore delle volontà/scelte del presidente e della giunta sebbene non si abbia ancora contezza delle deleghe, assegnate agli stessi uomini – come in passato e senza alcuna apertura di fatto alla presenza di donne nella Giunta regionale – che componevano l’esecutivo prima dello strappo consumatosi nelle scorse settimane.
Il Consiglio dovrebbe cominciare a discutere e a confrontarsi sulla pianificazione della fase post Covid 19 per contribuire alla concretizzazione di azioni – oggi più che mai urgenti e che non avranno solo ricadute immediate – di rilancio dell’economia regionale.
Il nostro ruolo, è evidente, impone la capacità di dare risposte, che non siano soluzioni tampone. Abbiamo il compito di elaborare nuovi modelli economici, di scrivere norme che siano in grado di dare quella boccata d’ossigeno indispensabile ma non con una ventilazione meccanica artificiosa e dal breve periodo. Dobbiamo gettare le fondamenta di una nuova era ma respirando aria nuova, tersa e vitale. Ritengo che sia il tempo di predisporre i diversi strumenti che favoriscano l’innovazione nel sistema economico regionale e gli interventi articolati da concertare con gli stakeholder. C’è bisogno di azioni strategiche, che partano dalla individuazione rigorosa dei settori sui quali concentrarsi per far ripartire la nostra economia. Oggi più che mai non si può pensare di ragionare da soli, chiusi nel palazzo, nell’illusione di avere la ricetta ‘magica’ da preparare senza ascoltare il territorio, chi lo vive, che ci lavora, chi ha investito professionalità e risorse e vuole continuare a farlo.
La differenza la farà la velocità di adozione degli strumenti migliori di pianificazione, programmazione e rilancio, da predisporre con il contributo di tutti e nel luogo deputato alla programmazione delle strategie future: il Consiglio regionale che ha una grande responsabilità e deve restituire forza alla propria centralità programmatoria. Ripartiamo dalle attività in capo alle Commissioni consiliari, concentriamoci sulle proposte di legge, sulle azioni mirate e tarate sulle peculiarità territoriali e sulle nostre emergenze così da dare le risposte al territorio, al tessuto produttivo, sociale. Le Commissioni sono il luogo del confronto e dell’incontro, della concertazione degli interventi strategici, delle proposte di risoluzione dei problemi, lì dove si individuano le azioni indispensabili per far ripartire la nostra economia in tutti i settori.
Come quelle che attengono l’ambito turistico-ricettivo che sarà fra i più colpiti ma su cui puntare con determinazione. Ora, adesso. Viviamo in un territorio che tutti ci invidiano, dove quelli che sono stati fino a ieri punti di debolezza e anche di scherno sono diventati la nostra forza, il nostro marchio. Unico.Credo sia indispensabile ‘approfittare’ di questo periodo per riorganizzare il settore turistico attraverso la tanto attesa legge quadro, uno strumento moderno e tarato sulle nostre peculiarità e su quello che oggi può diventare un brand, che ci consentirà di ripartire e di guardare non solo alla fase emergenziale ma anche e soprattutto ai mesi che verranno con una prospettiva di largo respiro.
Una normativa che faccia una sintensi proiettata nel futuro delle varie leggi che attualmente regolamentano la materia turistica in Molise al fine di armonizzarle in un prodotto turistico omogeneo. Una nuova visione che garantisca nuove regole che riconoscano il ruolo strategico della disciplina turistica per lo sviluppo sostenibile, la promozione e la valorizzazione del territorio. Una nuova mission che sappia coniugare al meglio gli straordinari e unici attrattori turistici molisani con una adeguata e moderna strategia dei vettori turistici, partendo dalla sistemazione di tutte quelle infrastruttre che possano rendere fruibile il patrimonio storico, monumentale, naturalistico e culturale regionale, finanziando le nuove frontiere del turismo ambientale, economico e sociale e puntando con forza sul turismo accessibile. In poche parole, adesso è ora di ribaltare lo slogan “turismo è cultura”, in “la cultura che crea il turismo”.
Certo, una pianificazione più attenta ai problemi del territorio sarebbe stata garantita dal ruolo del CAL – il luogo del brain storming che permette di individuare le soluzioni ai problemi attraverso il confronto e la mediazione con i rappresentanti del territorio – ma ad oggi tale organo in Molise non è ancora stato malauguratamente istituito sebbene la proposta giaccia su qualche scrivania da troppo tempo, nell’assoluto disinteresse circa la rilevanza dell’organo che, in questa contingenza, avrebbe davvero potuto dare manforte nell’elaborazione di strategie che hanno rilevanza sul territorio. Basta con le iniziative spot, con le giornate intere dedicate a discutere di impegni ancora da prendere, con i tempi dilatati e le promesse: al Molise non servono i giochi di potere ma una classe politica responsabile. Non perdiamo tempo, non c’è tempo da perdere.
Patrizia Manzo, portavoce regionale M5S