La nomina dell’avvocato Calabrese, effettuata nella precedente legislatura, non era legittima. Lo ha sentenziato il Tar Molise ad ottobre 2023, lo ha ribadito con ordinanza il Consiglio di Stato lo scorso 21 dicembre, rigettando il ricorso presentato dalla Regione che chiedeva la sospensione della decisione di primo grado.
Non solo, perché i giudici del Consiglio di Stato hanno ritenuto “sul piano del periculum in mora, che alcuna vacatio potrebbe registrarsi nel caso di specie tenuto conto dell’ordinario effetto retroattivo delle sentenze di annullamento del GA, in uno con quanto previsto dall’art. 14, comma 12, del decreto legislativo n. 198 del 2006 (Codice delle pari opportunità) sul principio di necessaria continuità delle funzioni delle consigliere di parità”.
Dunque, per effetto della legge, l’avvocato Pina Cennamo deve essere reintegrata in prorogatio nelle sue funzioni di Consigliera di Parità, fino a quando il Consiglio Regionale, nel rispetto delle procedure di legge, provvederà alla nuova nomina. Come affermavamo già ad ottobre, dopo la sentenza di primo grado del Tar Molise, oggi ribadita anche dal Consiglio di Stato.
Per cui, è ora indispensabile che il Consiglio Regionale prenda atto dell’ordinanza e vi dia immediatamente seguito, ripristinando in prorogatio nelle sue funzioni di Consigliera di Parità l’avvocato Giuseppina Cennamo.
Dunque, un’altra battuta di arresto per il centrodestra, che sbagliò nella precedente legislatura e ha perseverato nell’errore anche nell’attuale.
La legge, per fortuna, è insuperabile e costituisce un limite invalicabile dell’azione politica.
Con l’auspicio che il centrodestra, oltre che dell’ordinanza, prenda atto anche di questo fondamentale principio della nostra Repubblica.