La questione è semplice: zero atti di spesa, ma soprattutto zero atti di impegno, e non sono io a dirlo, ma il report di attuazione presentato oggi al COMITATO DI SORVEGLIANZA del PR FESR/FSE 2021/2027, che riporta testualmente: “l’attuazione finanziaria del Programma, registra un avanzamento finanziario ancora nullo.” Basterebbe questo per descrivere la situazione e capire che rispettare le scadenze è impossibile, anche con eventuali “stratagemmi”.
La situazione è drammatica: in due anni, nonostante il via libera della Commissione Europea a novembre 2022, tutto è rimasto fermo. Gravi ritardi nell’avvio delle operazioni e dei progetti programmati. La priorità del Presidente e Roberti? Una “riorganizzazione” della governance regionale su misura per loro, mentre le procedure amministrative si sono complicate e le strutture dedicate alla programmazione, esecuzione e sorveglianza del Programma restano sottodimensionate, senza un numero adeguato di risorse umane per avanzare. Così, siamo arrivati a giugno 2024 per vedere approvato il nuovo organigramma dell’autorità di gestione con delibera di giunta, che ora si trova in una corsa contro il tempo.
Questi ritardi mettono a rischio il rispetto della regola N+3, che impone di certificare la spesa entro il 2025, con il concreto pericolo di perdita dei fondi. Ma il Molise non può permettersi di rinunciare a queste risorse, e il PR FESR/FSE+ Molise 2021-2027 presenta criticità gravi che compromettono il futuro economico della regione. Nonostante siano stati stanziati oltre 86 milioni di euro, la capacità di spesa al 31/12/2025 rischia di non raggiungere i 54,6 milioni necessari, mettendo in pericolo una parte significativa dei finanziamenti europei. Le continue modifiche alla governance e l’assenza di una strategia efficace per accelerare l’attuazione del programma rischiano di lasciare il Molise indietro rispetto ad altre regioni, con pesanti ricadute su crescita e occupazione. Se non si interviene con urgenza, il Molise rischia di perdere risorse vitali, peggiorando la già critica situazione economica e aumentando il debito pro capite.
All’anno N+2, ossia fine 2024, forse vedranno la luce (forse!) solo questi due interventi:
1. Misure per l’accesso ai servizi per la prima infanzia: finanziamento di €7.721.522,86 (di cui €5.405.066,00 quota UE) per sostenere micronidi e sezioni primavera nel Molise per gli anni educativi 2024-2028, con fondi distribuiti su diverse annualità per potenziare i servizi educativi.
2. Assegnazione di borse di studio e servizi per il diritto allo studio universitario: finanziato con €4.285.714,29 (di cui €3.000.000,00 quota UE) per supportare gli studenti universitari negli anni accademici 2023-2026, in linea con le condizioni di ammissibilità della spesa.
Le criticità sono emerse chiaramente oggi durante il confronto con il partenariato. Gli stakeholder hanno criticato la gestione del programma, denunciando la mancanza di coinvolgimento delle figure chiave del territorio: dagli amministratori pubblici ai sindacati, fino a tutto il partenariato privato. Queste realtà non accettano di essere coinvolte solo sporadicamente, “una volta all’anno”, ma chiedono un ruolo attivo e continuo a supporto dell’analisi dei dati e per mettere a frutto la loro conoscenza del territorio. Inoltre, l’assenza di una timeline con scadenze chiare, la mancanza di adeguato supporto tecnico e una comunicazione confusa non fanno che peggiorare la situazione. Come una regione che ha problemi con il bilancio ordinario possa ignorare anche le risorse europee è un mistero! Ogni sforzo doveva essere dedicato a spenderle. Invece, l’instabilità della governance, le frequenti modifiche nelle strutture di gestione e i continui cambi di ruoli e responsabilità hanno solo aggiunto complessità, ostacolando la continuità amministrativa necessaria per portare avanti gli interventi in modo efficace. Il risultato? Zero e porto zero.
Bocciati dalla Corte dei Conti e ora anche dalla Commissione UE!
Micaela Fanelli