“Non si può conoscere veramente la natura e il carattere di un uomo fino a che non lo si vede amministrare il potere.” (SOFOCLE)
Il Molise che registra nel 2020 numeri molto positivi per l’export (più 26% con agroalimentare, automotive e soprattutto materiale di escavazione, a fronte di un meno 9.7% nazionale) e turismo, ma che perde 14 mila giovani fino al 2065, una città come Venafro (scendendo a 236mila abitanti residenti nel 2065). Che non registra incrementi di migranti per le città in numero maggiore, dei piccoli comuni, i quali in termini di percentuale di popolazione contano il 13%, a fronte del 2% a livello nazionale (e 4% ad es. in Basilicata). Chi nasce si chiama soprattutto Andrea e Giulia, ma questi nuovi nati non avranno i servizi, falcidiati dalla peggiore performance di dipendenti pubblici in Italia che affossa anche lo sviluppo dei servizi indotti, come il commercio al dettaglio o l’immobiliare. Nel periodo 2010/2019 infatti si perdono quasi il 35% (1286) degli addetti del settore pubblico allargato. Regione e comuni soprattutto.
Cresce la povertà assoluta e relativa dopo il covid e in modo più forte che altrove. Cioè aumentano le disuguaglianze in Italia, ma non in modo uguale. Da noi, crescono di più. Anche e soprattutto per i più deboli. Per chi ha bisogno di assistenza. E per i giovani, le donne, chi viene espulso dopo i 50 anni dal mercato del lavoro. Queste la fotografia che ci viene dal rapporto Svimez presentato la scorsa settimana e dall’ISTAT. Ma anche che dovrebbe farci programmare meglio il futuro.
Per affrontarlo ci vogliono ancora più COMPRENZA e INNOVAZIONE. E invece abbiamo registrato un anno di perdita di terreno. Per i fondi del recovery, dove ad es. nel settore idrico non veniamo ammessi ai fondi, perché la Regione non ha dettato l’agenda per realizzare la governance e l’affidamento del servizio. Solo un esempio, ma potremmo farne molti, per segnare l’inefficienza che produce povertà. Soprattutto per imprese e lavoro. Ieri, altra prova di inettitudine. La maggioranza approvata rendiconto e assestamento con pareri negativi del collegio dei revisori, che si prova a silenziose anche con una norma che peggiora lo spazio di manovra degli stessi (art. 6 della legge di assestamento).
Sicuramente quindi ci sarà l’ennesima bocciatura del Governo e impegnativa alla Corte Costituzionale, come già successo nei recenti casi. E come noi avevamo messo in guardia anche in passato, lo abbiamo fatto anche ieri, abbandonando l’aula e dove l’unica cosa positiva che pare abbia messo una pezza al buco sia venuta sul sociale, questione sulla quale al mattino avevamo messo l’accento in Aula, anche presentato un ordine del giorno, per avere certezza del cofinanziamento dei piani sociali, senza il quale non ci sarebbero più i servizi per anziani, disabili, centri di assistenza.
Aula in cui andrebbe portata viceversa la nuova programmazione, come faremo chiedendo un monotematico. Un modo per squarciare il silenzio su dove andiamo. La fotografia della Svimez infatti ci dice che dovremmo supportare le imprese che lavorano sull’economia aperta, per creare ricchezza e lavoro. E dovremmo cambiare modello di sviluppo.
Per questo presentiamo una pdl sullo smartworking. Purtroppo non è passato nell’ultima notte un emendamento per favorire lo smartworking verso le aree interne, ma dovremmo investire il nostro por fesr ed fse su questo. Intanto, sta arrivando il mercato. Sto lavorando con le agenzie interinali per realizzare un progetto che assuma qui i giovani qualificati che lavorino dal Molise per aziende del nord. Processi innovativi da accompagnare. E invece non ascoltiamo una parola su come disegnare il Molise sul futuro. Neanche su sanità, dove il Pos ponte taglia i servizi e dove mentre la Calabria ottiene qualche passo avanti
sul decreto fiscale, noi siamo al palo anche di fiducia al tavolo ministeriale. La legge di bilancio nazionale è un’altra occasione persa. Quella sul ‘provvisorio’ regionale consente si è no di pagare le bollette. Azzerare e ripartire. E farlo al più presto possibile. Un appello ai consiglieri regionali di staccare la spina. Perché altrimenti continueremo a perdere risorse e terreno. Mandare a casa Toma e gli inetti prima che sia troppo tardi. Lo abbiamo fatto dal primo giorno, presentando 154 atti (nel 2021, 39 atti). Questo il messaggio ai colleghi consiglieri che hanno a cuore le istituzioni e il messaggio al Molise. Ci proponiamo di essere l’alternativa per voltare pagina con competenza. Micaela Fanelli